Jean Louis Ska "Salmo 27. Fiducia e dubbi"
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Piano di lavoro 2024/25
Salmo 27. Fiducia e dubbi
Di primo acchito, il Salmo 27 sembra essere un tipico salmo di fiducia, però l’atmosfera cambia del tutto a partire dal v. 7 ove inizia un’accorata preghiera per ottenere l’aiuto divino perché il salmista è perseguitato da “nemici”, “falsi testimoni” che “spirano violenza” (Sal 27,6.12). Siamo pertanto in una situazione comune nel salterio, quella di un “processo” indeterminato in cui una persona è incriminata senza ragione da persone malvagie (cf. Sal 35,11-12; 142,2). In casi simili, il salmista non trova alcuna via di scampo e si rivolge direttamente a Dio. Cerca anche rifugio o asilo nel santuario (Sal 27,4-5). Nella prima parte (vv. 1-6), il salmista è affermativo e fiducioso, mentre nella seconda (vv. 7-12) è implorante per ottenere il soccorso divino e nella terza il tono diventa esortativo, soprattutto nell’ultimo versetto (vv. 13-14). Il passaggio dalla fiducia alla supplica è una delle caratteristiche maggiori del salmo e tale aspetto merita di essere approfondito perché, in genere, i salmi di supplica iniziano con la preghiera e si concludono con espressioni di fiducia e di riconoscimento. Nel caso del Salmo 27, l’ordine è inverso.
1. Qualche riflessione sull’interpretazione del salmo
Appare chiaramente che il salmista si trovi in una situazione critica, anzi sta in pericolo di vita. D’altronde, abbiamo pochi dettagli sulle circostanze del caso. Il salmista rimane anonimo, e non sappiamo niente sulla sua condizione, messo a parte il fatto che appartiene al popolo ebraico. Non sappiamo chi sono i nemici, quali sono le accuse o perché il salmista è accusato, e non sappiamo neanche se le accuse sono fondate o no. Infine, non abbiamo alcuna possibilità di verificare quanto afferma il salmista. D’altra parte, la mancanza di precisioni permette di allargare il cerchio di persone che possono essere identificate con il salmista.
Così come in altre parti della Scrittura, il salmo contiene l’essenziale e tutto quello che non è indispensabile è tralasciato: una persona in grande pericolo cerca una via di salvezza e invoca l’aiuto divino. In un primo momento, egli sembra farsi coraggio affermando con forza quello che gli detta la sua fede (vv. 1-6): può essere aggredito da tutte le parti da un esercito di nemici, non deve temere perché sarà difeso dal Signore in persona. Troverà asilo nel santuario, lì sarà al riparo da tutti gli attacchi e potrà offrire un sacrificio di ringraziamento per la sua salvezza e cantare le lodi del Signore.
Nella seconda parte, invece, torniamo alla situazione concreta di grande pericolo. Il salmista si rende conto che mette la sua vita a repentaglio se non reagisce e che la salvezza in cui crede è più oggetto della sua speranza che non della sua realtà vissuta. Perciò si rivolge a Dio per invocare il suo sostegno. “Cercare il volto di Dio” significa andare in pellegrinaggio fino al tempio, ad esempio per cercarvi asilo. Anche nella seconda parte, il salmista esprime la sua incrollabile fiducia in Dio: i suoi genitori l’hanno abbandonato, il che significa che è ormai orfano, e può contare solo su Dio, protettore degli orfani, delle vedove e degli stranieri. Nel Salmo 68,6, ad esempio, Dio è chiamato “padre degli orfani” (cf. Sal 146,9; Es 22,21.22; Dt 10,18). Troviamo testi simili nella letteratura del Vicino Oriente antico, in particolare in Mesopotamia. Citiamo almeno un testo biblico:
14 Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». 15 Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherei mai. 16 Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a me (Is 49,14-16).
La fiducia non è assente dalla supplica, e la consapevolezza del pericolo era anche presente nella prima parte, in particolare nell’uso della immagini belliche.
La terza e ultima parte del salmo (vv. 13-14) può essere letta in almeno due modi diversi che dipendono in parte dalla traduzione incerta del v. 13. Oppure si legge come auto-incoraggiamento, come riaffermazione della propria confidenza in Dio, oppure come oracolo di un sacerdote o di un profeta del tempio, in risposta alla supplica dei vv. 7-12. Non vi sono elementi sicuri per scegliere fra le due possibilità.
Notiamo soltanto la varietà delle traduzioni del v. 13 che contiene all’inizio una parola difficile e discussa: “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi” (CEI); “Che sarebbe stato di me, se non avessi avuto la certezza di godere della bontà del Signore nella terra dei viventi?” (A. Lancelotti, Paoline); “Oh, se non fossi stato certo di vedere la bontà dell’Eterno nella terra dei viventi!” (Nuova Diodati). La traduzione della CEI segue la Nuova Vulgata che sceglie un testo leggermente diverso da quello presente nei più antichi manoscritti.
In ogni modo, il versetto contiene la stessa idea espressa sotto forma di affermazione, di domanda o di augurio: il salmista pensa di potere godere la bontà di Dio nella terra dei viventi che è la Terra Promessa. In poche parole, esprime una sua fede come nella traduzione della Sacra Bibbia Nuova Riveduta: “Ah, se non avessi avuto fede di veder la bontà del Signore sulla terra dei viventi!”. Dio interviene in favore dei giusti innocenti, in particolare degli orfani, ed è un articolo delle fede nell’antico Israele. In un linguaggio più secolare, diremmo oggi che l’ingiustizia non può trionfare, che un giorno, in un modo o nell’altro, giustizia sarà fatta.
L’ultimo versetto del salmo riprende l’idea sotto forma di esortazione: “Spera nel Signore!” perché tale speranza non può essere delusa. L’incoraggiamento “sii forte e si rinsaldi il tuo cuore” fa parte del vocabolario bellico come le immagini dei vv. 2-3 (cf. Dt 31,7.23; Gs 1,6.7.9.18). Il salmista è ormai preparato ad affrontare i suoi nemici perché è protetto da un baluardo inespugnabile, il Signore in persona (v. 1; cf. Sal 28,8; 1,5; 43,2; Gioele 4,16; Si 51,2).
2. Qualche spunto di riflessione
In primo luogo, il salmo invita a riflettere sulle nostre certezze. Dove troviamo la nostra sicurezza nei momenti difficili o critici? Quali sono i nostro appoggi più sicuri? Quali sono le nostre ragioni di “sperare contro ogni speranza”? La fede cristiana e il vangelo ci forniscono motivi di confidare davanti ai pericoli che ci minacciano in questo mondo? E abbiamo motivi di sperare che giustizia sarà fatta anche in questo mondo? Il salmo ci invita a lottare affinché tale giustizia sia fatta?
In secondo luogo, il salmo inscena situazioni purtroppo ancora comuni oggigiorno. Nel nostro mondo circolano tante bugie e calunnie, ad esempio nei media o sulla rete (nei social networks). Il “bullismo” è diventato una piaga fra i più giovani. Come possiamo lottare contro un avversario spesso anonimo o sconosciuto? Come lottare contro una certa “opinione pubblica” malvagia o insensata? È importante o no favorire un certo senso critico? Come e perché?
3. Conclusione
Il salmo 27 esprime a modo suo tutte le possibili reazioni di una persona in grande pericolo. Cerca in diversi modi di rassicurarsi e di rasserenarsi, prima in forti asserzioni della sua fede in un Dio che lo soccorre in mezzo alla moltitudine dei suoi avversari, poi in un affranto grido di aiuto rivolto allo stesso Dio, e infine nell’espressione di una speranza indefettibile. Il salmo ci invita anche a riflettere sulle temibili conseguenze della malvagità che può imperversare nel nostro mondo e sui modi di opporsi a tale cattiveria.
Breve bibliografia sui Salmi
Alonso-Schökel, Luis – Cecilia Carniti, I Salmi. Edizione italiana a cura di Antonio Nepi. 2 vol. (Commenti biblici; Roma: Borla, 1992-1993).
Lancellotti, Angelo, I Salmi. Versione - introduzione – note. 3 vol. (Nuovissima
versione della Bibbia dai testi originali 18; Roma: Paoline, 1984).*
Lorenzin, Tiziano, I Salmi. Nuova versione, introduzione e commento (I libri biblici.
Primo Testamento 14; Milano: Paoline, 2000, 2
2002).
Mays, James Luther, Salmi (Strumenti 50; Torino: Claudiana, 2010).*
Ravasi, Gianfranco, Il libro dei Salmi. Commento e attualizzazione. 3 vol. (Bologna:
Dehoniane, 1981-1984).
Scippa, Vincenzo, Salmi. Introduzione e commento (Dabar, logos, parola. Lectio divina popolare; Padova: Messaggero, 2002-2003).*
Viganò, Lorenzo, Il Libro delle Lodi = Sefer Tehilim. Il messaggio del Salterio (Senza
luogo: Lorenzo Viganò, 2016).
Weiser, Artur, I Salmi. Traduzione e commento. I: Ps. 1 – 60. II: Ps. 61 – 150 (AT 15;
Brescia: Paideia, 1984).
Per iniziare la lettura, meglio prendere i volumi di A. Lancelotti, J.L. Mays o V.
Scippa, più semplici e meno tecnici.
Le sei meditazioni proposte da padre Jean Louis Ska:
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