Roberto Beretta, giornalista per oltre trent’anni di Avvenire, parte dall’esperienza personale di semplice laico per spiegare perché ormai è diventato necessario essere un po’ meno cattolici per tentare di diventare un po’ più cristiani.
Duemila anni di dogmi, tradizioni, riti, documenti, pratiche pastorali, devozioni, abitudini, precetti morali – a volte contraddittori tra loro e spesso incomprensibili agli uomini d’oggi – hanno appesantito la Chiesa al punto che molti faticano a ritrovarvi i tratti originari del messaggio di Cristo. Mentre l’interpretazione delle Scritture e la ricerca teologica compiono significativi passi in avanti, ai credenti (ma anche ai cosiddetti «lontani») continua a essere proposta una dottrina pensata per altri tempi: quando la Chiesa si sentiva unica ed esclusiva padrona della «verità» e della «salvezza».
DALLA PREFAZIONE DI PAOLO RODARI
“Ciò che più mi colpisce in lui è la sua ferma determinazione a non lasciarsi imprigionare da qualsiasi forma di clericalismo: quell’attitudine a sostenere in modo automatico le posizioni della Chiesa, senza metterle in discussione.”
“In “- CATTOLICI + CRISTIANI” Beretta avvia subito un confronto serrato con la realtà: la Chiesa – e più in generale il cattolicesimo - affronta una crisi reale, e qui non si tratta solo di mantenere rituali o osservare norme. Quello che serve è un salto: riformulare la domanda su Dio con onestà, coraggio e senza imposizioni.”
Roberto Beretta ha lavorato per oltre trent’anni alle pagine culturali del quotidiano «Avvenire», ha scritto 25 libri di argomento storico e religioso (alcuni dei quali tradotti all’estero), è fin dalla fondazione una firma del blog cattolico «Vino Nuovo». È presidente di un’associazione antimafia di Monza-Brianza.
Alcuni "assaggi"
(...) Secolarizzazione, post-moderno, individualismo, civiltà dei consumi, società fluida, assenza di valori, dominio della tecnica, perdita di senso della vita... Basta aprire qualunque saggio di sociologia ecclesiale o documento cattolico ufficiale per trovare espressioni come queste (e molte altre ancora) a indicare la crisi che la Chiesa cattolica italiana sta vivendo e le sue possibili ragioni.
(...) Si comincia dalla preghiera di semplice richiesta, quella con cui si vorrebbero impetrare benefici, favori, “grazie”, e che è tuttora la più frequente persino tra i non cattolici: stando ai dati di un recente sondaggio, difatti, quasi il 40% degli italiani prega quando vive un’emozio
ne, un terzo quando ha paura o vuol chiedere soccorso; Dio ridotto a distributore automatico di aiutini.
(...) L’autosufficienza, la pretesa di un possesso sicuro e definitivo della verità, oltre che utopia smentita dalla storia, pongono il cristianesimo sotto molteplici rischi. Anzitutto quello di essere eccessivamente rigido, di faticare più del dovuto nel normale aggiornamento; far parte di una società che si dice eterna e immutabile, divina, non è certo la disposizione ideale (nonostante si spergiuri sulla perenne necessità di conversione) per essere aperti al cambiamento.
(...) Il magistero cattolico è dinamico, non è mai stato un corpo immutabile; e per fortuna, in quanto non si contano le cantonate che la Chiesa ha preso nei secoli per errori di valutazione, scarsa conoscenza della realtà, pregiudizi pseudo-teologici, interpretazioni letterali delle Scritture, eccetera.
(...) Il cristianesimo fin dai suoi inizi ha provocato il «disagio dell’intelligenza»: così sosteneva Simone Weil, intellettuale finissima e spesso controcorrente nel pensiero religioso. Il primo sforzo della cultura cattolica dovrebbe essere ri-raccontare in modo modernamente accettabile i contenuti millenari del cristianesimo, uscendo dal linguaggio infantile o mitico e traducendo in termini comprensibili i risultati di tanti seri e aggiornati studi, anche a rischio di rivoluzionare certe tradizioni e usare espressioni inedite. I fedeli, i praticanti, hanno diritto a essere trattati intellettualmente da adulti, attraverso una formazione che abbia il coraggio di affrontare secondo ragionevolezza anche le domande difficili e non sia viziata da assoluti apologetici. Al contrario, l’iniziazione cristiana di massa consegna all’italiano medio una formazione incapace di resistere alle obiezioni di una minima critica, se non rifugiandosi nel fideismo.
(...) Il potere politico e quello economico hanno spesso approfittato dell’adesione irrazionale ma tenace a una fede, usando in ogni tempo la religione come instrumentum regni, talvolta anzi arrogandosi essi stessi prerogative di sacralità e più spesso strumentalizzando il credo per rinsaldarsi nel loro ruolo e acquistare consenso tra i sudditi. La religione di Stato è sempre servita da collante per i gruppi umani, fornendo o rafforzandone l’identità attraverso riti e feste comuni, uniformandone il pensiero sul mondo e sulla vita, generando tradizioni omogenee che hanno consentito il tramandarsi delle culture da una generazione all’altra.
INDICE
PREFAZIONE di Paolo Rodari 9
INTRODUZIONE - Meno cattolici più cristiani 13
LIBERARE IL VANGELO 21
UN SENSO DI COLPA CHE NON HA SENSO 27
QUALE DIO DIETRO LE “PREGHIERINE” 35
IL POTERE NASCOSTO DELL’IMMAGINARIO 43
MENO CERTEZZE: TUTTO È RELATIVO 49
CATTOLICI, NON SIAMO I MIGLIORI! 55
VERSO UNA RELIGIONE “NORMALE” 63
ANCHE LA CHIESA PUÒ CAMBIARE IDEA 71
LA DIFFERENZA CRISTIANA OLTRE I MITI 77
CREDENTI E/O PENSANTI? 85
IL PRINCIPIO DI SEMPLIFICAZIONE 93
LA BUONA NOVELLA È UN’ALTRA STORIA 101
LA COSCIENZA HA UN PRIMATO 109
CREDENTI, IN PIEDI E A TESTA ALTA 119
CONCLUDENDO... (MA SENZA CHIUDERE) 127
POSTILLA FINALE
Sotto il segno di Leone 133
Presentazione del libro
Martedì 4 novembre ore 20.30
🌎 Roberto Beretta
🌎 Paolo Rodari
Evento sul canale YouTube di Gabrielli editori(link) e sulla pagina Facebook (link)