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Rosanna Virgili "La Sapienza e la Follia: i ritratti nel Libro dei Proverbi"

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12 Giugno 2024


A fronte di una cultura venata ancora di patriarcato che getta disprezzo sulle donne in molti ambiti umani e civili, si sta recentemente facendo strada anche una certa retro-retorica politica che vorrebbe le donne in quanto “femmine”, brave, degne di stima e, soprattutto, antitetiche ai modi di pensare e di fare degli uomini, migliori dei maschi. La realtà dei fatti consacra, però, una verità registrata anche nella Scrittura: che c’è, invece, donna e donna, persona e persona e non basta né il sesso né il genere per definire una differenza morale, intellettuale, culturale.

Il libro dei Proverbi disegna, non per nulla, queste “tipologie” in un unico quadro a due pannelli dove da una parte c’è la donna che è personificazione della Sapienza e dall’altra la donna Follia che, pur scimmiottando la prima è, in sostanza, un’assoluta imbrogliona (cf. c. 9). Si tratta di due figure simboliche che rappresentano, però, plasticamente, una direttrice fatale per tutta la società e specialmente per i più giovani: la via della vita e la via della morte! 

Mentre la donna Sapienza è onesta e credibile maestra di vita, la donna Follia offre sé stessa a un prezzo stracciato ammiccando a chissà quali esclusive delizie potranno – i creduloni! – gustare e quali straordinarie, “storiche” conquiste potranno condividere. Ed ecco, dunque, il profilo di questa potentissima influencer: «Donna Follia è irrequieta, sciocca e ignorante. Sta seduta alla porta di casa, su un trono, in un luogo alto della città, per invitare i passanti che vanno diritti per la loro strada: “Chi è inesperto venga qui!”. E a chi è privo di senno ella dice: “Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso”» (Pr 9,13-15). 

Facile esemplificare le metafore: la donna Follia è un’ignorante vestita da sapiente, un’analfabeta che usurpa la cattedra di docente, una che mente ma che vorrebbe apparire intelligente, un’ambiziosa che, con ogni trucco, ansima e spinge per sedersi sul trono. Una senz’arte né parte, priva di conoscenze e d’opere, venditrice di fumo e d’illusioni la quale, seduta sul “trono” della porta di casa, è solo l’altoparlante di sé stessa, coltiva la sua immagine fatta di nulla attraverso il numero dei suoi followers. 

La donna Follia è eternamente “inquieta”, una smaniosa di dominio che non si acquieta mai, che è sempre in campagna elettorale! Mai sazia di visibilità, rivolta sulla strada – oggi diremmo sempre online o in onda su tutti i canali possibili! – col suo stile volgare: “Venite qui!”. La donna Follia è una che si intende di propaganda, attiva sempre con le sue lusinghe, che mai, però, risponde alle domande di quegli “inesperti” che vorrebbero trovare una credibile via di verità. 

Tutto al contrario di come si comporta la donna Sapienza, la quale, invece, invita tutti a sedersi alla sua mensa e a dialogare, nutrendosi del pane, della carne e del vino della Parola, di cui la sua tavola è colma (cf. Pr 9,1-6). La Follia non concede diritto di parola; chiacchiere sono, invero, le sue, mense illusorie che i poveri passanti son costretti a consumare in piedi, bevendo, furtivamente, dell’acqua insipida che, con le sue menzogne, la Follia mesce adulterata in un dolcissimo vino! 

Senza una “casa” dove entrare e sedersi, vale a dire senza un banchetto di dialogo, dibattito, discussione, strumenti indispensabili per porsi in un cammino di Vita. La Follia non forma il cittadino ma il suddito, non allena le menti e il cuore a costruire il bene di tutti ma punta ad accumulare quantità, numeri, masse di schiavi morali e intellettuali. Così chi cade nella trappola «non si accorge che là ci sono le ombre e i suoi invitati scendono nel profondo del regno dei morti» (Pr 9,18). 

Avere a che fare con questo tipo di donna è, pertanto, proprio come aver a che fare con quegli uomini che, assetati di potere, continuano ancor oggi a imporre prepotenze e bugie, inganni tesi all’unico, vero scopo di esaltare sé stessi e ottenere personali interessi. La donna Follia, ahimé, non riesce a fare la differenza! E i creduloni e gli ingenui, purtroppo, continuano a farne le spese, a subirne e a diffonderne il danno.


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