Sinodo, Vito Mancuso: "Neanche questo Papa riesce a fare le riforme"
Città del Vaticano, 29 ottobre 2023 – "Neanche con papa Francesco nella Chiesa riescono a passare le riforme sul ruolo delle donne, la contraccezione, le nozze dei preti, tutte ormai improcrastinabili, se si vuole evitare di perdere il treno della storia e il contatto con gli uomini del nostro tempo. Nonostante le promesse dei primi anni di pontificato, permane una situazione di stallo, dettata da una certa paura e ambivalenza anche da parte dello stesso Pontefice che, per esempio, rispondendo ai dubbi dei cardinali tradizionalisti, legittima un approfondimento teologico sul nodo del sacerdozio femminile e poi, in un recente libro, rispondendo col cuore alle domande degli autori, boccia del tutto l’ipotesi delle donne-prete". Guarda oltre la prima parte del Sinodo, che si chiude oggi con la messa presieduta dal Papa, il teologo Vito Mancuso. Oltre un documento di sintesi dei lavori che in sostanza lascia ancora aperte le questioni più spinose. E quello del pensatore di scuola martiniana è uno sguardo più incline al realismo e al pessimismo che alla fiducia.
Il Sinodo non propugna né il diaconato femminile, né l’ordinazione di uomini sposati: che ne pensa?
"Va bene che l’organismo è consultivo, visto che le decisioni definitive spettano al Papa, ma qui si trattava di avanzare solo delle proposte. L’impressione è che in quasi un mese di congregazioni generali e circoli minori si sia parlato di tutto per non cambiare nulla".
Diciamo che era il primo tempo, il Sinodo si concluderà con l’assemblea del prossimo anno...
"Certo, le premesse, però, non fanno ben sperare".
Tuttavia per la prima volta nella storia si è avuto un Sinodo con seduti allo stesso tavolo e al medesimo livello cardinali, vescovi, laiche e laici. Una svolta, non trova?
"Aver aperto l’assemblea episcopale anche a chi non è vescovo non può che essere positivo. Il problema è dato dalle conclusioni. Ritengo che il Sinodo non potrà mai dirsi adeguatamente chiuso se non saranno definite procedure trasparenti sulla collaborazione con la giustizia civile nella lotta alla pedofilia".
Come si spiega questo forte dibattito in aula sul ruolo delle donne?
"È il segno di una coscienza inquieta nella Chiesa sul tema. Ci si accorge sempre più dello scarto fra la comunità ecclesiale e la società. Nella seconda le donne hanno raggiunto posti di vertice, nella vita pubblica come in quella privata; nella prima, invece, ancora non possono accedere nemmeno al diaconato".
Eppure le diaconesse c’erano nella Chiesa delle origini, eppure Paolo invita a superare le divisioni tra maschi e femmine, senza tacere che la prima ad annunciare la Resurrezione è stata Maria Maddalena, non gli apostoli.
"Vero, ma non dimentichiamo che sempre nelle Lettere paoline si legge che le donne devono stare zitte in assemblea... Voglio dire, aveva ragione Hegel nel sostenere che ‘la Bibbia è come un vaso di creta modellabile a proprio piacimento’. Quel che conta non è scimmiottare le tendenze del costume odierno, quanto piuttosto interpretare le Scritture nel loro contesto storico e alla luce di quelli che il Vaticano II ha chiamato ‘segni dei tempi’. Oggi uno dei più significativi è senz’altro la parità di genere".
Chi si oppone all’accesso all’ordine sacro delle donne asserisce di voler scongiurare cosi la loro clericalizzazione.
"È l’obiezione formalistica di chi dice di voler dare spazio, ma non dà poteri. Siccome la struttura della Chiesa è basata sui ministeri ordinati, ossia diaconato, sacerdozio ed episcopato, impedendo alle donne di accedervi, alle stesse si negano proprio quegli spazi che si afferma di voler concedere".
Intervista di Giovanni Panettiere per il Quotidiano Nazionale, 29 Ottobre 2023