Spazio e tempo fra scienza e teologia
🙏 Si è aperta con un pomeriggio ricco di stimoli la settima edizione del corso Ai confini dell’infinito? che mette in dialogo scienze e teologia grazie alla collaborazione tra Facoltà teologica del Triveneto e Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova e con il patrocinio del Miur.
Oltre settanta gli insegnanti, delle scuole venete di ogni ordine e grado, che il 2 marzo 2017 nella sede della Facoltà a Padova hanno seguito la conferenza sul tema Spazio e tempo, animata dagli interventi dell’astrofisico Piero Benvenuti, segretario generale dell’International Astronomical Union (Dalle onde gravitazionali alla relatività dello spazio-tempo), e del teologo Riccardo Battocchio, docente della Facoltà teologica del Triveneto (Spazi e tempi della creazione).
Oltre settanta gli insegnanti, delle scuole venete di ogni ordine e grado, che il 2 marzo 2017 nella sede della Facoltà a Padova hanno seguito la conferenza sul tema Spazio e tempo, animata dagli interventi dell’astrofisico Piero Benvenuti, segretario generale dell’International Astronomical Union (Dalle onde gravitazionali alla relatività dello spazio-tempo), e del teologo Riccardo Battocchio, docente della Facoltà teologica del Triveneto (Spazi e tempi della creazione).
«La teoria della relatività generale di Einstein, datata 1919, è stata confermata dalla recente intercettazione delle onde gravitazionali – ha spiegato l’astrofisico Piero Benvenuti – La possibilità di misurare queste onde apre una nuova finestra sull’universo rispetto alla conoscenza finora possibile tramite la luce, che non è in grado di penetrare il fondo cosmico. Ora possiamo andare più in là».
Le teorie scientifiche hanno anche delle portate filosofiche e oggi possiamo dire che le grandi intuizioni di sant’Agostino e san Tommaso sul tempo trovano una collocazione precisa anche nelle considerazioni scientifiche. «Spazio e tempo non sono entità assolute e indifferenti al creato – prosegue Benvenuti – ma create e indissolubilmente legate alla realtà sensibile: sono state create insieme al cosmo. E dunque non è possibile pensare una creazione che avviene nel tempo, ma la creazione è qualcosa che sta al di fuori del tempo».
Il passaggio al campo teologico è stato marcato da don Riccardo Battocchio come l’ingresso in quel laboratorio che è l’esperienza umana, religiosa, fatta di storie di uomini e donne, della tradizione giudaico-cristiana, e dove si accetta che siano di più le domande che le risposte.
«”Creazione” non è un termine neutro – ha precisato Battocchio – Occorre ammettere la distinzione fra il mondo e il suo principio come alterità. Ciò implica una distinzione reale ontologica e insieme la presenza del creatore nello spazio e nel tempo».
Come pensare allora, e vivere, la relazione creatura-creatore connotata spazio-temporalmente? «La presenza e assenza di Dio nel mondo ci rimanda al tempo, – spiega il teologo – si pone fra promessa (non ancora) e compimento (presenza). Distinzione e relazione vanno pensate insieme in prospettiva trinitaria». Sul rapporto Dio-mondo e sul tema dell’immanenza e trascendenza viene richiamata la chiarezza di papa Francesco nel capitolo 2 dell’enciclica Laudato si’. Estrema sintesi è il motto contenuto in un elogio di sant’Ignazio di Loyola: divino è non lasciarsi costringere da ciò che è più grande e lasciarci contenere da ciò che è più piccolo. Ciò significa che «fra il massimo e il minimo c’è tempo e spazio per il nostro agire responsabile nel mondo – conclude il teologo – Il mondo è il luogo dove ogni creatura può trovare se stessa e incontrare Dio che è diverso dal mondo».
Paola Zampieri