Enzo Bianchi "La scomparsa della vergogna"
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di ENZO BIANCHI
per gentile concessione dell’autore.
Anche in questa situazione critica della pandemia sono molte, anzi si sono moltiplicate alquanto, le
manifestazioni di fatica, di sofferenza e di indignazione nella nostra vita quotidiana. Raramente,
invece, emerge un altro sentimento che in alcune situazioni sarebbe doveroso provare, un
sentimento che alcuni dovrebbero fare proprio: la vergogna. Sovente mi indigno e insorgo contro la
scarsa assunzione di responsabilità che si registra nel nostro paese, ma parallelamente mi coglie una
profonda tristezza, quasi disperante, per la scomparsa della vergogna.
La vergogna è un’emozione complessa, connotata da valenze di diverso segno. È il turbamento che
ci assale quando arriviamo alla consapevolezza di aver commesso il male. È un grido della nostra
coscienza che ci contraddice, ci accusa e ci condanna. La vergogna è un meccanismo regolatore dei
comportamenti umani, uno strumento per salvaguardare se stessi e la convivenza sociale: funziona
come deterrente che induce a vietarci atteggiamenti appunto vergognosi. Vergognarsi è un atto
profondamente umano e solo chi è malato di narcisismo non conosce questa emozione umanissima
e nobile. Quando il nostro volto arrossisce noi mostriamo che non vorremmo che gli altri
conoscessero il male da noi compiuto: affermazione implicita che degli altri ci importa, che non
siamo autoreferenziali e chiusi in noi stessi. Per Darwin non a caso «il rossore del volto è
l’espressione più specificamente umana del volto».
Resta vero che questo sentimento, che in passato veniva incoraggiato nel bambino — “Vergognati!”
— per richiamarlo alla sua vocazione umana, oggi è quasi scomparso: tutt’al più ci si vergogna di
vergognarsi, e quindi si enfatizza l’esibizione, l’essere presenti a ogni costo, si cura ossessivamente
l’immagine. Sicché il pudore, che coinvolge la responsabilità personale e agisce come monito e
freno viene a mancare.
Quante volte vorrei gridare: “Vergogna! Vergogna!” per le situazioni che abbiamo sotto gli occhi e
che sembrano generare in noi solo abitudine e indifferenza: quando ogni giorno ascoltiamo le
notizie di chi anche in questa pandemia imbocca strade di corruzione, da quelle che procurano
guadagni a quelle che cercano privilegi e corsie preferenziali per le vaccinazioni; quando
constatiamo che non c’è assunzione di responsabilità da parte di chi con le sue omissioni e a volte
per perseguire i propri interessi ha contribuito a innalzare il numero di vittime; quando si scopre che
il nostro paese ha aumentato la fornitura di armi ai paesi in guerra alle porte del Mediterraneo;
quando continuiamo a permettere che il nostro mare sia un cimitero di migranti... Vergogna! Sì, la
vergogna va assolutamente provata, manifestata, per il male che ognuno compie personalmente e
per il male che attraversa la vita della polis. Senza vergogna non c’è neppure responsabilità!