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La parola della domenica 19 Febbraio 2012 (Casati)

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Is 43, 18-19.21-22.24b-25
2Cor 1,18-22
Mc 2,1-12

È un peccato, un vero peccato, che questo piccolo brano del secondo Isaia, che oggi abbiamo ascoltato, abbia avuto la disavventura di essere così sforbiciato, bistrattato, nella sua versione liturgica. A tal punto che se ne perde quasi il senso. Un vero peccato, perché il senso è bellissimo. Tentiamo, se ci riesce, di ricostruirlo. A che cosa si riferisce l'invito a non guardare il passato? "Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche".
Non si tratta, come può sembrare dalla nostra lettura, di un invito a cancellare dalla memoria le tragedie del passato, i mali, le disgrazie del passato. Non è un invito a non piangere sul passato. Infatti, nei versetti precedenti, del passato si ricordano le meraviglie operate da Dio, fatti strepitosi e gloriosi. È un passato glorioso quello che il profeta invita, paradossalmente, a dimenticare, i giorni in cui Dio "offrì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti", i giorni gloriosi dell'Esodo. Non è -badate bene- un invito a togliere importanza a quel passato, che rimane glorioso, rimane esperienza di un Dio liberatore. L'invito è a non rinchiudersi in quel passato, a non morire nella nostalgia, a non perdere il contatto con ciò che oggi sta accadendo. E oggi - dice Dio - oggi accade una cosa nuova: "Ecco, faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". E qual è la cosa nuova, di fronte alla quale anche i ricordi del passato glorioso sembrano impallidire? La novità che germoglia nell'oggi è questa: che Dio perdona, gratuitamente, ancor prima che il suo popolo si converta: "Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati". Sembra quasi incredibile, paradossale, questa parola sul labbro di un ebreo, questa parola che dice: ancor più potente, più potente del Dio dell'Esodo, è un Dio che perdona. E oggi, oggi questa cosa germoglia sulla terra. Oggi, la misericordia di Dio! Questo è il Dio dell'Antico Testamento! Forse qualcuno di voi ha intravisto sui giornali la polemica per una introduzione alla lettera ai Romani, in cui il Dio d'Israele viene presentato come Dio "irascibile e attento a ogni genere di minuzie", cancellando pagine e pagine della misericordia, che fioriscono in continuazione sia nella Torah, sia nei Profeti, sia nei Salmi. Dentro questo filo rosso che attraversa tutto l'Antico Testamento, la splendida pagina che oggi abbiamo ascoltato: "Non rimpiangete il passato, oggi c'è una novità ancora più grande: germoglia oggi la misericordia". Vedete allora come è in perfetta sintonia con questo messaggio antico la parola di Gesù, nel Vangelo. Gesù, secondo il racconto di Marco, "diceva loro la parola". Come se fosse una sola la parola da dire. Quale? Quella che si sente dire il paralitico, prima ancora che faccia un elenco di peccati, prima ancora che chieda perdono; si sente dire: "Figliolo" - notate la tenerezza! - "ti sono rimessi i tuoi peccati". Avevano dovuto calargli il paralitico dall'alto. La folla osannante è sempre un ostacolo, una barriera davanti a Gesù. E Gesù sa interpretare quello che noi non sappiamo interpretare. I nostri teologi avrebbero avuto da dire sul gesto dei portatori, avrebbero storto il naso e messo in discussione la purezza di quel gesto: un conto è la solidarietà umana - avrebbero detto -, un conto è la fede. E Gesù legge la fede dentro la creatività, dentro la fatica di quei portatori del paralitico. È come se vi leggesse la misericordia, la sua misericordia. E anche lui dice la parola, dice la misericordia: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Dice la misericordia, perché Gesù conosce il cuore degli umani e sa che, anche se sei stato rialzato dalla paralisi delle gambe, se però vivi sotto il pensiero, sotto l'incubo del peccato, è come se tu te ne andassi, testa bassa, schiacciato da quel peso, frenato nella tua passione e nei tuoi entusiasmi. Ed è quello che lui non vuole, è quello che Dio non vuole; Dio dice: "Alzati e cammina". Dio dice: germoglia una cosa nuova... non ve ne accorgete? Germoglia, oggi, la misericordia.
Fonte: sullasoglia
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