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Enzo Bianchi "Donne e fedeli, la prima volta del sinodo"

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La Repubblica 
 1 maggio 2023
per gentile concessione dell’autore. 

Una nota della Segreteria del sinodo dei vescovi che emanava alcune norme dettate da papaFrancesco sulla composizione dell’assemblea sinodale non ha destato attenzione sui media. In realtà si tratta di un intervento “rivoluzionario” — passatemi l’aggettivo — perché è il primo avvio nella prassi di una nuova modalità di vivere la Chiesa. 
Papa Francesco non aveva mai parlato di “sinodalità” durante il suo episcopato, ma nei primi mesi del pontificato aveva accennato al fatto che noi cattolici dovremmo imparare dalla Chiesa ortodossa la sinodalità: un auspicio formulato in modo ancora confuso. Tuttavia, essendo un uomo e un Papa di ascolto, ha introdotto il tema della sinodalità e nel 2017 sorprese con l’emanazione dell’Episcopalis communio, riformando lo svolgimento del sinodo così com’era stato predisposto da Paolo VI: già allora prevedeva la partecipazione di fedeli non vescovi a un’assemblea che è stata sempre composta da soli vescovi. Il principio forgiato in ambito cristiano nel Medioevo: “Ciò che riguarda tutti da tutti deve essere trattato, discusso e deliberato”, insieme alla teologia della chiesa di Bergoglio quale popolo di Dio, hanno fatto sì che maturasse in lui una visione inedita del come vivere la Chiesa. 
Le coraggiose innovazioni introdotte dal Papa saranno applicate già a ottobre. Come sempre parteciperanno vescovi eletti dalle diverse Chiese quali rappresentanti dell’episcopato, ci saranno alcuni superiori religiosi, ma d’ora in poi tra di loro in ugual numero ci saranno superiore religiose. 
Per la prima volta nella storia, le monache potranno prendere la parola e con diritto di voto determinare l’esito delle discussioni; una religiosa (donna) conterà quanto un religioso (uomo). 
Almeno in questa occasione dovrebbe cessare l’ausiliarietà femminile delle suore, quasi sempre solo a servizio dei presbiteri (uomini). 
Ma l’innovazione non interessa solo i religiosi: il Papa chiede che anche fedeli, donne e uomini in ugual proporzione, giovani e anziani, in numero di settanta, partecipino come membri “sinodali” all’assemblea con i poteri di tutti gli altri. Ho preso parte a tre sinodi come esperto: nel primo non potevo intervenire, negli ultimi due ho potuto prendere la parola. 
Il sinodo resta sinodo di vescovi, i successori degli apostoli, i garanti della fede ortodossa, ma che ora possono ascoltare non solo la posizione del Papa, ma attraverso il voto il pensiero dei fedeli ammessi al sinodo in rappresentanza degli altri. Finalmente il sinodo non è più un organo solo clericale, ma è icona del popolo di Dio. 
Francesco con questo mutamento si mostra deciso, profetico, non individua solo nuove procedure ma inizia ad applicarle camminando con tutta la Chiesa. 
Speriamo si inoltri allo stesso modo anche per altri sentieri inediti che il popolo di Dio vorrebbe percorrere con il successore di Pietro, mai senza di lui.


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