Michele Pellegrino Camminare insieme
Sabato 8 e domenica 9 ottobre 2016 si terranno presso il Monastero di Bose (Magnano, BI) due giornate di studio dedicate alla figura del cardinal Michele Pellegrino (1903-1986), arcivescovo di Torino, nel 30° anniversario della morte e nel 45° della pubblicazione della sua lettera pastorale Camminare insieme (8 dicembre 1971).
Docente di Letteratura cristiana antica presso l’Università di Torino, nel 1965 Pellegrino venne nominato arcivescovo di Torino da Paolo VI, che lo creò poi cardinale nel 1967. Negli anni del suo episcopato (1965-1977), il patrologo divenuto pastore, si mostrò teso ad incarnare il modello dei Padri della Chiesa, in una stagione ecclesiale chiamata a tradurre nella vita pastorale le indicazioni del Concilio, per aprire la Chiesa torinese alle istanze di rinnovamento sorte nel dibattito conciliare e al dialogo con la società e la realtà contemporanea, soprattutto nelle sue componenti più deboli (immigrati, poveri, esclusi).
Figura scomoda, destinata a passare pressoché inosservata al termine del suo ministero, fra oblio e rimozione, si staglia oggi – nel panorama ecclesiale della Chiesa di Bergoglio – come voce profetica di un’Ecclesia semper reformanda, libera e coraggiosa perché abitata dalla libertà del Vangelo.
Sabato 8 ottobre, al mattino, i lavori si apriranno con l’indirizzo di saluto di fr. Enzo Bianchi, Priore di Bose, cui seguirà l’intervento di Paolo Siniscalco, che fu allievo di p. Pellegrino, e che divenne poi docente di Storia del cristianesimo all’Università La Sapienza di Roma: Siniscalco delineerà il profilo accademico di Pellegrino, quale uomo di cultura e di studio, patrologo e docente.
Clementina Mazzucco, già docente di Letteratura cristiana antica e di Filologia ed esegesi neotestamentaria presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, analizzerà la figura di Pellegrino come studioso dei Padri divenuto pastore e padre per la Chiesa di Torino, con una particolare attenzione agli epistolari e alle testimonianze di direzione spirituale.
Nel pomeriggio, Carlo Ossola, docente di Letterature moderne dell’Europa neolatina presso il Collège de France di Parigi, presenterà l’idea unificatrice di «popolo di Dio» nel pensiero di Pellegrino, a partire da alcune lezioni tenute dal cardinale, nel 1979, presso la Facoltà di teologia protestante dell’Università di Ginevra, sul tema: Le peuple de Dieu et ses pasteurs dans la patristique latine.
In seguito Oreste Aime, presbitero della diocesi di Torino e docente presso il Polo Teologico torinese, rileggerà la figura e il ministero di Pellegrino alla luce del suo motto episcopale: Evangelizare pauperibus, presentando la famosa lettera pastorale pellegriniana Camminare insieme ricollocata nel contesto della diocesi subalpina negli anni del post-concilio.
Il pomeriggio si concluderà con un momento di ricordi personali di p. Pellegrino, affidati all’intreccio di quattro voci testimoniali: Enzo Bianchi, priore di Bose, che – negli anni dell’avvio della vita monastica a Bose – fu sostenuto e incoraggiato dall’allora arcivescovo di Torino; + Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, racconterà i suoi rapporti con il suo confratello nell’episcopato, segnati dalla partecipazione al Concilio Vaticano II e dallo sforzo attuativo a livello diocesano al termine dell’assise conciliare; + Gabriele Mana, vescovo di Biella, ricorderà p. Pellegrino che lo ordinò presbitero nel 1967 e la vicinanza del vescovo ai suoi preti impegnati nel ministero parrocchiale sul territorio della diocesi; infine Diego Novelli riandrà al suo incarico di consigliere comunale e di sindaco della città di Torino, a partire dal 1975, in un’esperienza di dialogo fra Chiesa e istituzioni, segnata dall’attenzione di Pellegrino per i problemi sociali e del mondo del lavoro torinese.
La mattina di domenica 9 ottobre si aprirà con la relazione di Francesco Traniello, docente di Storia dei rapporti tra Stato e Chiesa presso l’Università di Torino, che analizzerà i modi e i contenuti prescelti da Pellegrino per «presentare» e «illustrare» il Concilio alla sua diocesi.
In seguito, Roberto Repole, presbitero della diocesi di Torino, docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica torinese e presidente dell’Associazione Teologica Italiana (A.T.I.), rifletterà sulla dimensione profetica della figura di Pellegrino, come vescovo intento a sognare e a plasmare una Chiesa «disinteressata», al servizio di Dio e degli uomini, aperta al dialogo con il mondo, nella consapevolezza dell’importanza della Chiesa locale e della corresponsabilità vissuta nella comunione e nella libertà.
Come suggeriva papa Francesco, in occasione della sua visita a Torino, siamo chiamati a «ricordare questi uomini di Chiesa, che sapevano camminare con il loro popolo, all’interno del popolo, e con il popolo». Queste giornate di studio vorrebbero costituire quindi un momento di memoria grata di questo intellettuale e pastore, ripercorrendo le tappe salienti della sua attività accademica e del suo ministero episcopale; ma una memoria mossa dal desiderio di rileggere la figura di Pellegrino per metterne in evidenza tutta la sua attualità. Una «memoria del futuro», che guarda a una figura del recente passato per scorgervi un segno ancora eloquente per il nostro «oggi» ecclesiale: anche la profezia di Pellegrino viene dal nostro passato, ma è voce gravida di avvenire, che – mentre ridice ciò che è stato – lascia intravvedere ciò che sarà.