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Ronchi - 16 giugno 2013 XI Tempo Ordinario

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L'amore conta, pesa più del peccato

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui (..) Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo (...).Vedendo questo, il fariseo che l'aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora (..) volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli (...) Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato (...)».
Leggo questo racconto grondante di lacrime e d'amore, grondante di vita, e provo a guardare come guarda Gesù, che si fa largo dentro il groviglio delle nostre contraddizioni morali, per fissarsi sul germe intatto, il germe divino che attende la risurrezione anche nel cuore dell'ultima prostituta. Gesù vede oltre le etichette: arriva una donna e dove gli altri vedono solo una peccatrice, lui vede un'amante: ha molto amato. Un Vangelo che ci contesta e ci conforta. Il cristianesimo non è un intreccio complicato di dogmi e doveri. Gesù ne indica il cuore: ama, hai fatto tutto. Quella donna ha ascoltato il profondo bisogno di ricevere e dare amore, che ognuno di noi ha dentro; un bisogno che, se lo soffochi, ti rende infelice o avido o cinico. Va diritta davanti a lui, non gli chiede permesso, fa una cosa inaudita tanto è sconveniente: mani, bocca, lacrime, capelli, profumo su di lui. Lei sa, con tutte le sue fibre, che quello strano rabbì non l'avrebbe cacciata. Sono gesti contro tutti i rituali, che vanno oltre lecito e illecito, oltre doveri o obblighi, con una carica affettiva veemente. Ai quali Gesù non si sottrae, che apprezza. Bastava, come tanti altri, chiedere perdono. Perché quell'eccesso, il profumo, le carezze, i baci? È la lingua universale in cui è detto il cuore. E Dio guarda il cuore. E gode vedendo la donna uscire da un rapporto scadente di contabilità o di baratto con il Signore, e spiccare il volo negli spazi della libertà e del dono. Simone, tu non mi hai dato un bacio, questa donna invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi. Dal poco al molto amore: Gesù, Dio desidera essere amato, va in cerca di persone e ambienti pronti a dargli affetto. Simone era molto religioso e molto duro. Forse perché viveva la fede come osservanza delle regole divine e non come risposta all'amore di Dio. Molto le è perdonato perché molto ha amato. Gesù cambia il paradigma della fede: dal peccato all'amore. Non è il peccato, pur confessato ed espiato, l'asse portante del rapporto con Dio, ma ricevere e restituire amore. L'amore conta, vale, pesa più del peccato. L'errore che hai commesso non revoca il bene compiuto, non lo annulla. È il bene invece che revoca il male di ieri e lo cancella. Una spiga conta più di tutta la zizzania del campo. La rivoluzione evangelica: passare dal poco al molto amore. L'amore non fa peccati. L'amore contiene tutto, tutti i doni e tutti i doveri (M. Bellet). Quella donna mostra che un solo gesto d'amore, anche se muto e nascosto, è più utile per questo nostro mondo dell'opera più grandiosa: la rivoluzione portata da Gesù, possibile a tutti, possibile a me, ogni giorno.
(Letture: 2 Samuele 12, 7-10.13; Salmo 31; Galati 2,16.19-21; Luca 7,36-8,3).

Fonte: avvenire
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