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Omelia XIV Domenica del T.O.(Antonio Savone)

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domenica 8 luglio 2012

Aveva ancora negli occhi l’immagine del volto di quella donna che furtivamente gli aveva carpito la possibilità di riprendere a sperare. Gustava ancora la bellezza della fede di quel padre che, pur di fronte ai segni evidenti della morte, non aveva smesso di fidarsi. Aveva toccato con mano come davvero la fede possa tutto, persino risuscitare un morto. Ora, invece, tra quelli di casa sua, Gesù è costretto a una sorta d’impotenza. Nulla è possibile nei confronti di chi ha già deciso di chiudere la partita con gli accadimenti della vita quando questi non sono riconducibili al metro del proprio giudizio: “Neanche se uno risuscitasse dai morti” (Lc 16,31), come ripeterà il padre Abramo al ricco epulone preoccupato per la sorte dei suoi fratelli. Per chi ha fede, infatti, nessun miracolo è necessario, ma per chi non crede nessun miracolo è sufficiente. Dio non viola mai la libertà dell’uomo; accetta di stare alla porta del suo cuore continuando a bussare.
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