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Ascensione del Signore (Fam. Visitazione)

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Matteo 28,16-20
In quel tempo, 16gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

1) Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato: in Matteo il luogo di questa ultima apparizione è la Galilea. È la Galilea delle genti (Mt 4,15) che era stata testimone dell’inizio del ministero di Gesù, al confine di Israele, già con una apertura verso le genti. Da qui parte una nuova fase dell’annuncio del Vangelo a tutti gli uomini. Il monte su cui si svolge la scena dà una particolare solennità alle ultime istruzioni che Gesù dà ai suoi discepoli e richiama altre rivelazioni fondamentali fatte da Gesù (il discorso della montagna, la Trasfigurazione).
2) Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono: anche se in poche parole, ci sono tutti gli elementi delle altre apparizioni di Gesù dopo la Pasqua. Anche negli altri racconti c’è l’incredulità, dovuta allo stupore e alla sorpresa. Qui il dubitare è un atteggiamento più riflessivo, più profondo, di chi, finita l’epoca della presenza fisica di Gesù, si trova a vivere la realtà della Resurrezione in mezzo alle contraddizioni della storia: non c’è spazio per un’adorazione entusiastica, il dubbio diventa una componente inevitabile della fede.
3) A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra: in Mt 4,8 il diavolo aveva portato Gesù sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, offrendoli a Gesù in cambio della sottomissione al suo potere maligno. Adesso Gesù annuncia solennemente l’esito della sua scelta di obbedienza al Padre: gli è stato consegnato ogni potere. Al contrario del potere oppressivo e violento offerto dal diavolo, è un potere di liberazione, il potere di spezzare le catene della morte, di realizzare il mondo nuovo inaugurato la mattina di Pasqua.
4) Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli: il parallelo di Mc dice: Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15). Anche Mt conosce un’espressione simile: Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli (Mt 24,14). Qui dunque si vuole sottolineare la reazione che suscita l’annuncio del Vangelo, che non è una dottrina a cui aderire in astratto, ma la possibilità di una vita nuova nella sequela di Gesù, come suoi discepoli.
5) Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo: i discepoli, quelli presenti sul monte di Galilea ma anche quelli che verranno, non saranno soli. Il cammino della comunità dei discepoli, immerso nella vicenda tumultuosa di tutti i popoli, sarà sostenuto dalla vicinanza del Signore, una presenza potente, anche se rimarrà nascosta e misteriosa fino alla completa rivelazione alla fine del mondo.


Atti 1,1-11
1Nel primo racconto, o Teofilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi 2fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
3Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: 5Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

1) Nel primo racconto (lett.: la prima parola) ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi: Luca si riferisce al vangelo scritto da lui, la buona notizia che è Gesù di cui nel suo primo libro ha parlato, di tutto quello che fece ed insegnò (lett.: iniziò a fare e insegnare).
2) Fino al giorno in cui fu assunto in cielo: con l’Ascensione termina la presenza di Gesù uomo visibile; dopo aver portato a compimento la sua missione di salvezza per l’umanità, Gesù ritorna al Padre: sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo, ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre (Gv 16,28).
3) Dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelto per mezzo dello Spirito santo, egli si mostrò vivo ad essi dopo la sua passione con molte prove: l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo (Rm 5,5). Gesù risorto appare ai discepoli varie volte, parla e mangia con loro: gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione (At 4,33); abbiamo mangiato con lui dopo la sua risurrezione (At 10,41); Gesù disse a Tommaso: “metti qui il tuo dito e guarda le mie mani, tendi la tua mano e mettila nel mio fianco, non essere incredulo, ma credente!” (Gv 20,27).
4) Sarete testimoni a Gerusalemme… fino ai confini della terra: Gerusalemme è la città di Dio, è la città santa che il Signore da sempre ha scelto: è in Gerusalemme la sua dimora (Sal 76,3), andremo alla casa del Signore… alle tue porte Gerusalemme (Sal 121,1-2). In Gerusalemme sarete consolati (Is 66,13). Gerusalemme è il luogo della Pasqua, il luogo in cui Gesù è risorto, è apparso ai discepoli, li ha confermati perché andassero in tutto il mondo ad annunciare la buona notizia. Gerusalemme è segno della Gerusalemme celeste: l’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande ed alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio (Ap 21,10).
5) Una nube lo sottrasse ai loro occhi: la nube è segno della Gloria di Dio: avvenne che… il tempio, il tempio del Signore, si riempì di una nube,… perché la gloria del Signore riempiva il tempio di Dio. (2Cr 5,13-14); Gesù scompare accolto nell’abbraccio della Gloria di Dio.
6) Due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?...»: due “uomini” (e quindi non esseri sopranaturali o eterei) richiamano gli Apostoli a non rimanere a guardare il cielo poiché la “testimonianza” deve essere portata fino ai confini della terra nella concretezza e nell’ordinarietà della vita di tutti i giorni.
7) «…Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo»: l’attesa del ritorno deve essere vigile ed operosa: Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte… Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro… Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri. (1Ts 5,1-6); Alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, … ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità. Ma voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. (2Ts 3,11-13).


Efesini 1,17-23
Fratelli, 17il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; 18illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi 19e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
20Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
21al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
22 Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
23essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

1) Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria: Dio è Padre dell’uomo Gesù, il verbo fatto carne che ha patito e che Dio ha risuscitato dai morti. È anche il Padre della gloria che è lo stesso Gesù Cristo, gloria che viene dal Padre pieno di grazia e di verità: salgo al padre mio e padre vostro, Dio mio e Dio vostro (Gv 20,17).
2) Vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione: lo spirito di sapienza rende saggio l’uomo e lo spirito di rivelazione toglie il velo dal cuore e svela i misteri di Dio: è Dio nel cielo  che svela i misteri (Dn 2,28); …è in Cristo che il velo viene eliminato… ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto (2Cor 3,14.16).
3) Illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloriae quale è la straordinaria grandezza della sua potenza: ci sia dato di comprendere la sovrabbondante grazia che Dio ha riversato su di noi per mezzo di Gesù Cristo morto e risorto per donarci la vita nuova e la luce della fede: sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio (1Gv 5,20). Dio… rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo (2Cor 4,6).
4) Dio risuscitò Cristo dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cielitutti, infatti, egli ha messo sotto i suoi piedi: Cristo è salito da dove era disceso, al di sopra di tutti i cieli perché quelli che lo crocifissero riconoscano che egli è il Figlio di Dio, generato prima di tutte le cose e mediante il quale ogni cosa è stata chiamata ad esistere: tutto è stato fatto per mezzo di lui (il Verbo) e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste (Gv 1,3). Obbediente fino alla morte… per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome (Fil 2,9).
5) Lo ha dato alla chiesa… essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose (lett.: colui che si riempie in tutto): il Cristo ha svuotato se stesso per assumere di nuovo tutte le cose mediante il mistero della sua Pasqua. La chiesa è totalmente colmata da Cristo: dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia (Gv 1,16). È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9).


SPIGOLATURE ANTROPOLOGICHE

Questa grande festa cristiana è l'atto di consegna da parte di Dio della responsabilità della storia. È istintivo pensare che la visita del Figlio di Dio ci abbia consegnato certezze definitive e obiettivi precisi. E questo può senz'altro essere affermato, pronti poi ad accorgerci che certezze e obiettivi non sono quelli che umanamente si possono immaginare e formulare, come ad esempio la domanda - che suona ingenua fino all'ironia - dei discepoli che chiedono al Risorto se "è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele". La vita di fede è una prospettiva senza limiti di tempo e di spazio, che come tale impegna l'intera esistenza del mondo stesso, ed esige quindi l'incessante migrare del pensiero e dell'azione dell'uomo, resistendo a fermarsi di fronte ad un idolo, riconosciuto erroneamente e demonicamente come l'apice e il termine di tutto.
In questo senso il pericolo di un'adorazione "religiosa" di ciò che non è Dio, incombe sulla storia e su ogni coscienza ed esistenza. Questa prospettiva enfatizza la "povertà in spirito" che è prima beatitudine del credente, ed è virtù essenziale del testimone: "...mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra". Il testimone è chiamato a considerare la sua vita come "vita per l'Altro". È dunque povertà radicale perché dedizione totale all'Altro da sé. Ma è cammino senza fine anche nel tempo! È quello che Gesù consegna ai suoi, mentre li assicura della sua presenza con loro "tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
Dunque una testimonianza senza confini di tempo né di spazio. Ma lo stesso rapporto con Lui viene consegnato alla responsabilità di ciascuno. Ed è quella sublime e terribile responsabilità della fede, appuntamento al quale Egli non manca "sul monte che aveva loro indicato", inevitabile intreccio tra l'adorazione e il dubbio. Può darsi che il non credente possa non dubitare, ma per il credente il dubbio è parte della sua stessa fede. Perché tutto questo? Perché il dono di Dio è tale che non solo non annulla la sproporzione tra Dio che ne è la fonte e l'uomo che lo riceve. Ma in se stesso il dono della fede esige un naufragio che incessantemente attualizza la fede come avvenimento di salvezza.
Non bisogna spaventarsi davanti a questo. O meglio, ce ne spaventiamo noi che non conosciamo l'umiltà del cuore. Non se ne spaventa chi, accogliendo il dono della fede, lo vive nel grande unico comandamento dell'Amore. L'Amore è la nostra vera unica responsabilità. Risorgere incessantemente all'Amore è il nostro compito storico. Compito evidentemente senza fine, nello spazio come nel tempo, perche Dio è Amore. Per questo tutto finirà, ma l'Amore "non avrà mai fine". È proprio questa "infinità" dell'Amore che ci chiede di tenere tutto sempre aperto e in cammino, tutto sempre più piccolo dell'orizzonte in cui camminiamo. Non consentendo neppure alla morte di essere l'ultima parola. E chiedendo sempre alla risurrezione del Signore di essere l'inesauribile, perenne fonte della vita.

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