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COMMENTO PATRISTICO XVII Domenica T.O. (da Undicesima Ora)

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S. BEDA IL VENERABILE


Dall’Omelia 14


II Signore e Salvatore nostro, desiderando che noi giungiamo alla felicità del regno celeste, c’insegnò a chiedergli quelle gioie, e ci promise che ce le avrebbe date se gliele avessimo chieste. Chiedete – disse – e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto (Lc 11, 9). Queste parole del Signore, fratelli carissimi, devono essere da noi meditate profondamente e con la massima attenzione, poiché affermano che il regno dei cieli non sarà per gli oziosi e gli , ma sarà dato, fatto trovare e aperto a quelli che chiedono, che cercano e che bussano.
Dobbiamo dunque chiedere nella preghiera che ci venga aperta la porta del regno, cercarla con una vita retta e bussarvi con la perseveranza. Ma non basta pregare soltanto con le parole, se non cerchiamo anche con molta diligenza in che maniera dobbiamo vivere per essere degni di ottenere ciò che domandiamo; secondo l’affermazione di colui che dice: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt 7, 21). Perciò è necessario, fratelli miei, chiedere assiduamente, senza interruzione domandare: prostrati adoriamo in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati (Sal 94, 6). E per meritare di essere esauditi, riflettiamo diligentemente come desidera che viviamo e che cosa ci ha comandato di fare colui che ci ha creati. Cerchiamo il Signore e siamo fiduciosi, cerchiamo sempre il suo volto. E per meritare di trovarlo e di vederlo, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito (2 Cor 7, 1), perché nel giorno della risurrezione saliranno in cielo soltanto coloro che avranno custodito la castità del corpo, e soltanto i puri di cuore potranno contemplare la gloria della divina maestà.
Se poi desideriamo conoscere ciò che egli vuole che domandiamo, ascoltiamo il testo evangelico: Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6, 33). Cercare il regno di Dio e la sua giustizia significa desiderare i doni della patria celeste e indagare incessantemente con quali azioni sante si giunga a possederli, affinché non avvenga che deviando dal retto cammino
non riusciamo a giungere dove tendiamo. Questi sono, fratelli carissimi, i beni che soprattutto dobbiamo chiedere a Dio; questa giustizia del regno di Dio dobbiamo cercare prima di tutte le altre cose, cioè la fede, la speranza e la carità, come sta scritto: II giusto vivrà in virtù della fede (Gal 3,11); la grazia circonda chi confida nel Signore (Sal 31,10) e pieno compimento della legge è l’amore (Rm 13, 10). Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso (Gal 5, 1-4).
Perciò il Signore, con amorevole promessa, assicura: II Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono (Lc 11, 13), per dimostrare come quelli che per natura sono cattivi possono diventare buoni accogliendo la grazia dello Spirito. Egli promette che il Padre darà lo Spirito buono a quelli che lo chiedono, perché la fede, la speranza e la carità, come tutti gli altri beni celesti che desideriamo ottenere, ci sono elargiti unicamente dalla grazia dello Spirito.
Lasciandoci guidare dalle sue ispirazioni secondo la nostra capacità, fratelli dilettissimi, chiediamo a Dio Padre che ci conduca in virtù del suo Spirito, per la via della retta fede, che opera mediante l’amore.
E per poter ottenere i beni desiderati, sforziamoci di vivere in maniera non indegna di un tale Padre; anzi custodiamo sempre intatto, con corpo illibato e mente pura, il mistero della rigenerazione, per cui nel battesimo siamo diventati figli di Dio. È sicuro infatti che se osserviamo i comandamenti del Padre, egli ci ricompenserà con l’eredità di una eterna benedizione, preparata per noi fin dal principio in Gesù Cristo nostro Signore, che vive e regna, Dio, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Dal l Sussidio biblico-patristico per la liturgia domenicale, a cura di don Santino Corsi, ed. Guaraldi
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