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Paola Radif commenta "Camminare nelle vie dello Spirito". Lettera Pastorale 2009-2010 Card. Bagnasco (8)

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lettera pastorale

Capitolo V
Nel grembo della Chiesa

Tutto quanto è stato detto dal Cardinale nei capitoli precedenti trova un’adeguata cornice nel Capitolo V: “Nel grembo della Chiesa” , dove ogni aspetto spirituale del cristiano s’inserisce come in un grembo materno.
Le parole di Sant’Agostino: “Non si può avere Dio come padre se non si ha la Chiesa come madre” inquadrano bene il significato della vita spirituale che si esplica e si nutre all’interno della comunità cristiana.
“Il cammino dell’anima, dice l’Arcivescovo, porta verso i fratelli…porta a vivere la dimensione comunitaria”: pertanto, pur essendo la dimensione spirituale, come la fede, un atto personale, essa non è un atto individualistico.
Una testimonianza, qui citata dall’Arcivescovo, esprime che cosa significhi sentirsi parte della Chiesa ed essere uniti con Pietro. È il racconto di un vescovo vietnamita vissuto tredici anni in reclusione e isolamento che scopre due fogli dell’Osservatore Romano, con i quali era incartato un pesce, che gli avevano davvero portato una gioia incredibile perché in quella solitudine lo avevano aiutato a superare il senso di sconforto, dandogli la consapevolezza di essere parte della Chiesa.
Partecipare alla vita della Chiesa non è solo il risultato di un cammino spirituale che inserisce nel grembo della Chiesa di cui ci si sente parte ma in essa il credente trova luce, sostegno, accompagnamento. La Chiesa è madre e maestra, dispensatrice di vita e di grazia attraverso i Sacramenti, di verità attraverso le Scritture, di tesori spirituali di santità e martirio.
Di fronte a questa ricchezza non resta che attingere e nello stesso tempo donare, portando il proprio contributo di figli. Così “si cresce sempre insieme. Anche l’eremita, contrariamente alle apparenze, è “con” i fratelli nella fede”, così che il bene di ciascuno si riflette su tutti: è “la comunione dei santi.”
Su ogni dottrina e insegnamento in ordine alla fede vigila sempre il vescovo, in sintonia col Papa, e ogni sacerdote in comunione col vescovo. Sentinella, profeta e testimone, il vescovo sarà attento a cogliere i segni di un allontanamento dalla verità, come già anticipato da Paolo a Timoteo, quando diceva che un giorno non si sopporterà più la sana dottrina ma ci si volgerà alle favole (cfr. 2 Tm 4, 3-5). Oggi, come allora, la Chiesa precisa che, tramite il suo magistero, essa non vuole imporsi come padrona sulla fede dei credenti, ma collaborare alla loro gioia (cfr. 2Cor 1, 24).
Il cristiano, inoltre, condivide con i fratelli la missione di annunciare il vangelo e anche quando fisicamente è solo è pur sempre insieme alla comunità. Nessuno deve pensare di non essere in grado di farsi annunciatore: tutti possono essere un segno di Gesù nel loro ambiente. Ciò si realizza con un certo stile nel linguaggio, nei gesti, nei comportamenti, che nella coerenza con i valori del vangelo diventa testimonianza concreta, “il primo irrinunciabile compito dei battezzati, il primo dono che essi possono offrire al mondo.”
Non è dunque qualcosa di facoltativo, si può concludere con le parole di Papa Benedetto XVI in un suo discorso sulla missionarietà, ma è “la vocazione propria del popolo di Dio, un dovere che ad esso incombe per mandato dello stesso Signore Gesù Cristo.”

Il catechista in ascolto
Che cosa suggerisce al catechista questo capitolo V?

Il catechista è sempre un “mandato”. Egli non porta la propria individuale spiritualità né le sue personali convinzioni religiose ai destinatari della catechesi, ma è portavoce del messaggio di Gesù attraverso la Chiesa e dentro la Chiesa.
Come la liturgia e la carità anche la catechesi è un’espressione della vita della Chiesa ed è caratterizzata dalla spiritualità del “con”. Nulla è isolato di ciò che si compie a livello ecclesiale ma tutto acquista senso e valore nel quadro di una visuale comunitaria grazie alla quale tutti partecipano alla “comunione dei santi”, tesoro di grazie e benefici che si moltiplicano per donarsi.

Paola Radif
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