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Paolo Ricca: il patto con la natura e la fedeltà della Terra

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Roma (NEV), 18 maggio 2021 – Il pastore e teologo Paolo Ricca porta una riflessione sulla politica, sull’economia, ma anche sulla dimensione spirituale e religiosa che stiamo vivendo. Dimensioni intrecciate, che coinvolgono direttamente la fede e che toccano i temi della vita, della morte, del creato di Dio.

Il contributo nasce in seno alla conferenza telematica organizzata dal Centro Studi Albert Schweitzer di Trieste, tenutasi a inizio mese e presentata dal pastore Peter Ciaccio, con titolo: “Quale futuro in un’ecumene sempre meno ospitale, tra scarsa attenzione alla natura, sfruttamento, pandemie?”.

Il teologo Paolo Ricca riprende alcune parole di Lutero: “Ci vuole altrettanta fede per credere nel Dio creatore quanta ce ne vuole per credere nel Dio redentore mediante la croce di Cristo”. Una frase che ci porta oltre la ragione. Oltre il ragionamento e la constatazione. Si parla di stupore e di fedeltà della Terra verso l’umanità. Citando Nietzsche, che disse agli uomini “siate fedeli alla Terra”, ma non dice il contrario, il teologo osserva come la Terra rinnovi ogni anno, con pazienza infinita, la fioritura degli alberi, il rinnovarsi delle foglie, e la primavera dove “tutto rivive”.

Ogni anno, riferisce Ricca, 170 miliardi di animali finiscono sulle nostre tavole, a livello mondiale. La narrazione viene traslata su un altro piano, che racconta anche le nostre contraddizioni.

Vegetarianesimo, veganesimo, nutrimento… sono tutti elementi che si combinano con la nostra percezione della vita, e sul valore che a essa possiamo dare. “Non possiamo nutrirci senza mangiare la vita altrui” dice Ricca, e riguardo alla consapevolezza delle contraddizioni aggiunge: “Dio non si è mai pentito di aver creato il mondo, si è pentito di aver creato l’uomo, questo sì. Ma il suo giudizio sul Creato resta positivo”.

Questo Dio che si pente e si addolora in cuor suo è il preambolo di un “Giudizio positivo che dobbiamo fare nostro. Per dire che il mondo è molto buono, malgrado le sue contraddizioni. Dio non ha solo dichiarato che il mondo è buono, ma ha anche rinnovato un patto di vita con la natura, con le stagioni, con l’alternarsi del giorno e della notte, il patto con Noè cioè con l’umanità”.

Questo, continua Paolo Ricca, “Vuol dire che il mondo è ancora buono oggi” e che Dio non colpirà più l’essere umano. Dio, conclude il teologo, si “converte” alla nonviolenza. E nel riconoscere la Terra come a noi fedele, Ricca invita ad “andare” con Francesco d’Assisi, per “cantare” insieme il Cantico delle Creature.

Per rivedere la conferenza integrale clicca qui sotto: 

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