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Cinema e Spiritualità: Cuore di vetro di W. Herzog

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 "Cinema e Spiritualità" 
"Lo scopo dell'arte consiste ... nell'arare e nel rendere soffice l'anima [dell'uomo] in modo che sia atta a rivolgersi al bene" (A.Tarkovskij)

Questo mese viene recensito il film "Cuore di vetro" di Werner Herzog  (Monaco di Baviera, 5 settembre 1942).


Cuore di vetro (1976) è stato definito “il film più criptico, controverso, osteggiato di Herzog” . Secondo me è il suo film più bello, capace di dare gioia agli occhi e allo spirito. Ogni immagine ha non solo una straordinaria bellezza formale, ma anche, come avviene nei dipinti di Rembrandt, di Vermeer, di Michelangelo, una grande ricchezza di significato.
Il regista lo definisce “il figlio (child) da lui più amato”, l’opera che gli ha permesso di tornare ai luoghi dell’infanzia e di “condividere con lo spettatore le sue visioni interiori e i suoi sogni” .
 

Leggi la recensione completa di Simonetta Salvestroni


Simonetta Salvestroni insegna Storia e Critica del Cinema presso la Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari. Da molti anni si occupa dei linguaggi dell’arte. A partire dal 1979 ha lavorato col semiologo russo Jurij Lotman. Ha curato, tradotto e introdotto i volumi Testo e contesto (Laterza 1980) e La semiosfera (Marsilio 1985) e ha scritto numerosi articoli su Lotman, Bachtin, la semiotica russa sulle riviste «Strumenti critici», «Intersezioni», «Alfabeta». Ha pubblicato nel 2000 il volume Dostoevskij e la Bibbia (Qiqajon), che è uscito anche in russo e nel 2004 in francese. Nel 2005 ha pubblicato il libro Il cinema di Tarkovskij e la tradizione russa (Qiqajon) e nel 2007 la sua traduzione russa, Il cinema di Dreyer e la spiritualità del Nord-Europa” ( Marsilio, Venezia 2011) e “Il cinema di Werner Herzog e la Germania (Archetipo libri, Bologna 2013).
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