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Mariapia Veladiano "Perché leggere oggi I promessi sposi di Alessandro Manzoni"

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Mariapia Veladiano racconta I promessi sposi di Alessandro Manzoni, 1827 (da Leggere il mondo, la prima guida del progetto Il Libraio Scuola*) 

Ho amato I promessi sposi, l’ho letto e riletto per me, l’ho letto ad alta voce e commentato per i ragazzi a scuola. Conosco il dibattito sul canone, ci si chiede se sia giusto che ancora oggi venga proposto a scuola a ragazzi che devono de-ci-fra-re il testo in alcune parti, perché il fraseggio e il lessico di Alessandro Manzoni sono complessi, lo erano già quando fu adottato nel 1881 per il Ginnasio, cioè i primi due anni delle attuali superiori, per la prosa “la più utile” per le scuole fra quella degli autori moderni, e anche per il pregio della “popolarità”. Ed esattamente a scuola che la mia generazione ha scoperto questo romanzo. E lo ha amato o detestato, qualche volta, poche volte, soprattutto in modo proporzionale alla capacità degli insegnanti di proporlo e mettere gli studenti e le studentesse nella possibilità di comprenderlo. Perché non è semplice, assolutamente. Ha una meravigliosa complessità e serve la mediazione dell’insegnante, e in questo non c’è niente di male.

Lo si propone a scuola e l’insegnante competente deve esserci. Competente vuol dire che sa comunicare la bellezza di un testo che parla di noi tutti. Nel tempo ho imparato che la lettura ad alta voce da parte dell’insegnante è uno strumento didattico straordinario, che facilita la comprensione e affascina.

Nel romanzo c’è il tema del sopruso. Tema universale. Chi di noi non conosce il sopruso, la prevaricazione del prepotente che pensa di poter fare quello che vuole perché sta al posto giusto? Don Rodrigo lo si riconosce in mille altre forme, oggi. Poi c’è il tema dell’impotenza. Che fare? Ci si arrangia, si pensa di ricorrere alla legge e si scopre che non è così semplice. Il sopruso sa come ingabbiare la legge e i suoi occasionali servitore infedeli. Ma per me c’era il grande tema della fede. Capisco che oggi forse questo è un argomento meno affascinante, la fede come grande domanda sul mondo e la vita è davvero poco presente in tutta la nostra contemporaneità. Forse è più presente il fideismo, l’accettazione acritica di teorie complottiste e astruse. Ma la fede in effetti no. E lì, nei Promessi sposi invece ci sono le grandi domande. Che fare? Dio dov’è? Se non difende i deboli, dov’è?

Ma forse la parte più moderna è quella che si legge nelle pagine che raccontano la rivolta del pane a Milano. Renzo, che appare il cattivo da arrestare, è in realtà il buono che impedisce al sangue di scorrere, perché ha orrore assoluto della violenza. Ambrogio Fusella sembra il volto buono del popolo e invece è lo spione traditore. Ferrer sembra cercare giustizia e invece è solo il potere gonfio di demagogia. E alla fine, alla fine è Renzo, insieme a quelli che gli somigliano, imperfetti, ignoranti nel senso che non sanno leggere e scrivere, a volte in errore, impetuosi e irruenti, a salvare la giornata dal sangue e dalla tragedia.

Può sembrare poco, ma l’idea che davvero da piccoli normali cittadini si possa evitare il sangue, mi è sembrata sempre una cosa meravigliosa.

Perché leggerlo ancora oggi nelle scuole? Perché è un romanzo immenso, semplicemente. Perché, come diceva Silvano Fausti, un grande teologo innamorato della letteratura, un buon romanzo è quello che ti fa sentire che ogni personaggio è parte di quello che puoi essere: pavido e vigliacco come don Abbondio, prevaricatore come don Rodrigo, impulsivo come Renzo, tramaccione come Agnese, uomo di fede come il cardinal Federigo, capace di enormi sbagli e insieme di immenso bene come fra Cristoforo.

È chiaro che I promessi sposi è un romanzo che chiede impegno, ma la scuola accompagna questo impegno, non lascia soli i ragazzi.

Non tutti i classici riescono a essere così facilmente moderni. Penso all’epica, richiede ancora più passione e responsabilità, sia in chi la propone che in chi la studia. Eppure è meravigliosa quando si riesce a entrare nelle storie complicate di amori, tradimenti, passioni, potere, inganni, generosità. Abituarsi alla complessità delle relazioni è in sé stesso educazione alla vita.

L’AUTRICE – Mariapia Veladiano, laureata in filosofia e teologia, ha lavorato per più di trent’anni nella scuola, prima come insegnante e poi come preside. Il suo primo romanzo, La vita accanto (Einaudi Stile Libero), ha vinto il Premio Calvino ed è arrivato secondo al Premio Strega nel 2011. Guanda ha pubblicato il suo saggio Parole di scuola e i romanzi Una storia quasi perfettaLei su Maria di Nàzaret, e Adesso che sei qui (vincitore del Premio Flaiano 2021). Il suo ultimo libro è Quel che ci tiene vivi.

IL PROGETTO IL LIBRAIO SCUOLA E LA GUIDA LEGGERE IL MONDO* – Una guida digitale, Leggere il mondo (da scaricare gratuitamente), pensata per offrire periodicamente percorsi di lettura ai docenti delle scuole secondarie superiori, ma anche agli educatori, a chi lavora in libreria e in biblioteca e alle famiglie. E una nuova sezione del sito ilLibraio.it, che ospita articoli e interventi sui temi dell’educazione e della promozione della lettura tra i più giovani, oltre a una newsletter dedicata. Con l’inizio dell’anno scolastico 2023-2024 nasce un nuovo spazio, Il Libraio Scuola: qui tutti i dettagli.



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