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Enzo Bianchi Evangelizzatori con Spirito

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La seconda serata dell’Assemblea Pastorale della Diocesi di Fano, tenutasi martedì 7 giugno 2016 al Centro Pastorale Diocesano, è stata dedicata al tema “Evangelizzatori con Spirito. Il fedele laico e la famiglia cristiana nella modernità”. Ad introdurre la serata l’intervento del Vescovo Armando Trasarti che si è soffermato sul Vangelo del giorno (Matteo 5, 13-16).
“Il Vangelo penetra nelle cose come sale, come istinto di vita che si oppone al degrado e dà loro modo di durare nel tempo. Tutti noi possiamo perdere il sapore del Vangelo e ciò può succedere – ha proseguito il Vescovo – quando rimaniamo attaccati all’apparenza, a ciò che è secondario, quando veneriamo la cenere invece di custodire il fuoco. L’umiltà del sale e della luce – ha concluso il Vescovo – valorizzano ciò che incontrano e così dovrebbe essere la nostra Chiesa che deve dare sapore e bellezza al mondo”. La parola è poi passata, introdotto dal vicario per la pastorale don Marco Presciutti, a fratel Enzo Bianchi priore della comunità di Bose il quale, con grande semplicità e profondità, si è soffermato su alcuni tratti che rendono specifica la dimensione del cristiano. Partendo dalla constatazione che i cristiani sono consapevoli di essere una minoranza e che a ciò si affianca una mutata strutturazione della società con un pluralismo di culture e di religioni, fratel Enzo Bianchi ha sottolineato che la sfida a cui siamo chiamati è quella di un orizzonte plurale per appartenere davvero a una comunità in cammino. “In questo quadro cosa fa davvero della nostra vita una vita cristiana? La fede intesa come un atto di fiducia, di abbandono totale, aderendo totalmente a Gesù Cristo, riponendo in lui la nostra totale fiducia. La fede, che è la dimensione specifica del cristiano, richiede un movimento di conversione continua e necessaria, una conversione intesa come cammino in cui si tratta di accogliere la misericordia di Dio, il suo dono immeritato, una conversione intesa come una dinamica continua: tutta la vita siamo chiamati a convertirci, nessuno si converte per sempre. La fede richiede inoltre la sequela ovvero l’essere conformi alla vita umana di Gesù, che ha speso la sua vita per il bene, nell’incontro con i peccatori, con i bisognosi, i malati, incontri che davano speranza, nel dialogo e nella capacità di una carità che si faceva vicina al prossimo. La vita umana di Gesù è una vita – ha proseguito Enzo Bianchi – che ci chiede di spenderci per gli altri. Per noi cristiani tornare alla vita umana di Gesù significa imparare come noi stessi dobbiamo viveri”.

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