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Preghiera pace. E. Bianchi: gesto profetico del Papa

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Si svolge questa sera nei Giardini Vaticani l’incontro promosso da Papa Francesco con il presidente israeliano Peres e il presidente palestinese Abbas, inteso come una invocazione di preghiera per la Pace. All’evento, che si svolgerà dalle 19.00 alle 20.00 circa, partecipa anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. 
Sull’iniziativa, Sergio Centofanti ha sentito il priore di Bose, Enzo Bianchi


R. – Questa iniziativa di Papa Francesco ha sorpreso un po’ tutti, perché è un gesto che davvero non era mai avvenuto per iniziativa del Papa. E invece, mi sembra che abbia un grande significato, perché il Papa si pone così non all’interno dello scacchiere politico per risolvere i problemi del Medio Oriente; neanche pensa semplicemente di fare un’ammonizione per la pace, ma è riuscito a coinvolgere due protagonisti dello scontro che c’è in Medio Oriente per riportarli alla preghiera per la pace e portarli a quel rapporto con il loro Dio che poi, secondo la tradizione, è lo stesso Dio: il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. E tutti chiedono la pace: certamente, uno dopo l’altro, non si tratta di fare confusioni, sincretismi, una preghiera comune; però, una preghiera a Dio in cui uno è testimone dell’altro, e questo è il coinvolgimento umano perché davvero la pace venga sentita come un dono che si può invocare e che ci impegna fortemente, e ci impegna con una responsabilità gli uni con gli altri: cristiani, ebrei e musulmani. Mi sembra una cosa davvero profetica, bella, inedita – certo! – ma questa direi che è anche proprio la capacità che Papa Francesco ha di sentire proprio il cuore, di sentire le sue profondità di misericordia e di compassione, e tradurre questi sentimenti in gesti eloquenti per tutti: credenti e non credenti.
D. – Che cosa può fare la preghiera, di fronte ad una crisi così lunga?
R. – Ma … in una crisi così lunga non c’è possibilità di risoluzione del conflitto, se non passando un giorno attraverso il perdono reciproco. Perché da una parte e dall’altra ci sono delle ragioni di guerra e non di pace. Però, se si arriva al perdono, alla riconciliazione, io credo che questo sia il cammino. Ma per un cammino di quel genere bisogna chiedere il dono a Dio. Ecco perché la preghiera è davvero rivolgersi a quel Dio nel quale la giustizia contiene anche il perdono. E allora questo gesto diventa davvero una domanda di pace, certamente a Dio, ma anche agli uomini, in vista di un perdono, di una riconciliazione.

Le Parole di Papa Francesco
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