"L'Altro" di Ernesto Balducci: un orizzonte profetico"
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«L’Alterità è il veicolo della nostra dilatazione, perché comprendendo l’Altro che è in me ed è fuori di me io dilato me stesso, rimanendo altro dall’Altro che ho compreso». Ernesto Balducci
Queste che ripubblichiamo sono pagine postume di Ernesto Balducci. La morte lo colse improvvisamente il 25 aprile 1992 prima che il padre scolopio potesse congedare alle stampe il testo di quattro relazioni tenute a Roma tra la fine del 1991 e l’inizio del 1992 su di un tema quanto mai attuale seppur a distanza di oltre trent’anni: la scoperta dell’Altro, del diverso, dell’estraneo da me vicino o lontano; la scoperta dell’Altro come occasione non per ribadire la propria identità o le proprie radici, ma per scoprire in sé stesso possibilità inedite di essere, di sentire, di capire e di amare. Un’alterità dunque non come minaccia, ma come occasione per scoprire «il segreto del futuro».
Balducci stesso, congedandosi dai suoi interlocutori, ebbe a confessare: «…questa serie di riflessioni sulla scoperta dell’Altro ha rappresentato un impegno di riflessione molto coinvolgente e, mi sia permesso dirlo, molto sofferto, nel senso non solo intellettuale ma anche morale. Infatti esse hanno rimesso in questione molte mie sicurezze, mi hanno consegnato al senso della precarietà e della relatività delle impostazioni mentali che, più di quanto non sembri, costituiscono il punto solido della nostra identità e della nostra sicurezza interiore. Questo viaggio nelle zone incerte, senza segnaletiche, della Alterità è stato, e resterà, come una acquisizione di cui devo esser grato a chi me ne ha dato l’occasione».
Alcuni "assaggi"
(...) Per Balducci ogni singolo uomo comprende autenticamente il valore e il senso della sua esistenza solo entro il quadro unitario della storia del genere umano, della storia cioè della specie homo sapiens alla quale egli appartiene. La matrice di questo approccio è l’universalismo insito nel Vangelo e nella Rivelazione cristiana a partire dal corpus delle lettere di Paolo.







