Enzo Bianchi "Solidale dalla nascita alla morte"
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Quel Dio che si fa carne nel Natale e si fa croce nella Passione ci garantisce che il male non vincerà.
La festa del Natale cambia profondamente la preghiera del credente nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, l’unico Dio vivente e veritiero, perché Dio con il Natale è venuto tra di noi diventando un uomo, carne fragile e mortale come siamo noi. Se ci pensate è qualcosa di indicibile e di paradossale: Dio è Dio e non può essere uomo, e l’uomo è creatura mortale e peccaminosa che non può essere Dio. Ma il nostro Dio ha voluto diventare uno di noi, nascere come noi, crescere come noi, vivere come noi e morire come noi, per essere in tutto solidale con noi, nostro fratello.
Questo è lo specifico della fede cristiana, un Dio uomo! Dio che era parola celeste, immortale, si è fatto carne terrena, mortale, conoscendo tutti i nostri limiti, vivendo di fede, di speranza e di amore come noi siamo chiamati a vivere. Noi a Natale ricordiamo questa nascita di Gesù, un uomo che nessun uomo ci poteva dare, un uomo generato solo dallo Spirito di Dio, un uomo che ha voluto camminare sulle nostre vie, accompagnarci nelle nostre vite e guidarci verso il Regno del Padre suo, Dio. Così noi preghiamo chi abita la nostra umanità, conosce e condivide le nostre sofferenze, patisce gli stessi mali, fatica nelle diverse situazioni della vita e va verso la morte nella speranza della resurrezione, cioè di una parola definitiva del Padre più forte della morte.
Gesù nel presepio, Gesù sulla croce è sempre lo stesso Gesù che mi ha amato e ha voluto essere un uomo per stare accanto a me e condurmi sulle vie della beatitudine qui e del Regno dopo la morte. Da quel giorno della nascita a Betlemme egli è dunque l’Emmanuele, il Dio con noi, e niente e nessuno ci separerà dal suo amore. Neppure il peccato, neppure la morte!





