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Vito Mancuso “Un linguaggio improprio”

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intervista a Vito Mancuso
a cura di Francesco Rigatelli
La Stampa, 28 maggio 2024

«Ora il Papa ci dia una grande lezione chiedendo scusa». Il teologo Vito Mancuso è molto deluso dalla frase di Francesco sulla «troppa frociaggine nei seminari».

Un pontefice può parlare così? 

«No, tanto più davanti ai vescovi. Per quanto si sia trattato di un incontro in casa e a porte chiuse è inqualificabile e sorprendente perché contrasta in maniera plateale con quella frase di tempo fai ai giornalisti: “Chi sono per giudicare un gay che cerca Dio?”. Parlare ora di “frociaggine” invece è sprezzante». 


La frase cosa provocherà? 

«Se l’indiscrezione sarà confermata la Sala stampa vaticana proverà ad attribuire l’uscita al fatto che il Papa non è italiano e non parla bene la lingua, mentre invece si tratta chiaramente di un errore e in senso ecclesiastico di un peccato, di cui scusarsi». 


Il Papa si scuserà? 

«Darebbe a tutti una grande lezione, a me per primo. Spero che invece delle scuse non si ricorra a qualche scusa». 


E l’infallibilità del Papa? 

«Quella attiene agli insegnamenti ex cathedra sui dogmi, non alle parole quotidiane. In questo caso chiedere scusa sarebbe un grande insegnamento spirituale che inviterebbe tutti a non seguire il suo cattivo esempio». 


C’è la possibilità che qualche “corvo” abbia fatto trapelare una simile frase? 

«Non lo so e non faccio certamente parte di quella compagine che avversa il Papa, anzi nei miei scritti l’ho più volte sostenuto. Oggi semplicemente trasecolo davanti a questo tipo di comunicazione». 


Non è la prima volta che il Papa ha atteggiamenti fuori dalle righe: lo schiaffo alla suora che lo strattonava, la frase sul pugno a chi gli offende la mamma... 

«Sì, così come i toni polemici che usa spesso verso la curia. Il suo carattere ha una parte aggressiva, che gli consente di attrarre l’attenzione ed essere incisivo, ma che ha pure un lato oscuro». 


Dall’inizio pauperista della residenza in Santa Marta il suo papato rischia di finire nella volgarità? 

«Più che l’involgarimento vedo una parabola che lo consegna all’inconcludenza. Il suo papato è caratterizzato da grandi promesse e pochi risultati. Una settimana fa ha bollato come irrealizzabile il diaconato femminile. Se non si fa neppure quello non vedo molto rinnovamento. Ricorda Pio IX che partì suscitando grandi speranze e finì con l’intransigenza più dura». 


Questo papato sta finendo? 

«Francesco ha 87 anni. Gli auguro di cuore lunga vita, ma l’impressione è di un lento declino». 


L’accusa che gli viene rivolta spesso è di populismo... 

 «Non è neanche un’accusa, ma un’evidenza. Nel bene e nel male. Il Papa è attento all’umore popolare. Fa discorsi a braccio, che a volte funzionano e a volte no. Per essere davvero una guida sarebbe meglio che si esprimesse in maniera più strutturata». 


Il Papa è di sinistra? 

«Il vescovo brasiliano Helder Camara diceva: “Quando aiuto i poveri mi dicono che sono un bravo cristiano, quando chiedo perché sono poveri mi dicono che sono comunista”. Si può anche dire che il Papa sia di sinistra, ma uno di sinistra non direbbe “frociaggine” o che i medici abortisti siano dei sicari, così come non sarebbe tranchant sulla questione di genere». 


Non si capisce tra l’altro perché gli omosessuali darebbero meno garanzia degli eterosessuali come seminaristi... 

«Certo, se ci fosse stato un pregiudizio simile in passato avremmo perso grandi preti e pure qualche papa». 


Qual è la posizione della Chiesa a riguardo? 

«La Chiesa accoglie tutti, perché non si sceglie come si nasce, ma siccome la sessualità è finalizzata alla procreazione gli omosessuali dovrebbero astenersene». 


L’esclusione dai seminari sarebbe una novità dunque? 

«Se il senso dell’intervento fosse di escluderli a priori sì». 


Nei seminari ci sono problemi particolari? 

«Solo che i candidati sono pochi e i vescovi accettano tutti». 


Lei è stato seminarista? 

«Sì, cinque anni meravigliosi a Milano in cui non ho notato proprio nulla di strano». 


L’altro equivoco è tra omosessualità e pedofilia… 

«L’omosessualità va salvaguardata, così come la levatura culturale e critica dei seminaristi, mentre sulla pedofilia bisognerebbe essere severissimi».





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