Commenti Vangelo 14 febbraio 2021 VI Domenica Tempo Ordinario
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Il Mercoledì delle Ceneri ci introduce nel cammino di Quaresima e lo fa richiamando ancora una volta l'obiettivo del cristiano: rinnovarsi ogni giorno grazie a un'autentica volontà di conversione. Sulla strada
intrapresa col battesimo possono essersi presentati per ciascuno momenti di indecisione, sconforto, dubbio. Qualcuno potrà aver sostato più a lungo, scoraggiato, ai bordi di una via su cui altri camminavano spediti. Ad ogni bivio può averli attesi la tentazione di cambiare o dare una svolta diversa alla propria vita. Oggi risuona nelle nostre chiese la parola della liturgia che accompagna il millenario gesto dell'imposizione delle ceneri: “Convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,15). Due verbi sono più che sufficienti per indirizzare bene le nostre forze, spesso fragili o indebolite. Il primo è convertirsi, il che significa cambiare rotta, ma non sempre è un'inversione di marcia, come il termine starebbe a indicare.
Talvolta basta forse una semplice sterzata quando il volante che abbiamo tra le mani tende a farci sbandare. Con questa sola esortazione “convertitevi” sarebbe però difficile districarsi tra ostacoli e incertezze fino a comprendere che cosa realmente il Signore vuole da noi.
Ecco, allora, che ci viene in aiuto il secondo verbo: “credete al vangelo”. Lì c'è tutto. Pregando col vangelo le parole suggeriscono nuove vie accompagnando le prove, le difficoltà personali a cui dare una
risposta e da cui trarre la forza per procedere con coraggio.
Quando Giona annunciò al re di Ninive che Dio avrebbe distrutto quella città per i molti peccati commessi, il re bandì un lungo periodo di penitenza e digiuno che tutti, dai suoi dignitari al popolo, e persino gli animali, osservarono. Vestirono di sacco, seduti sulla cenere, senza cibo né acqua, e il Signore abbandonò il suo proposito di colpirli.
Anche se a noi oggi non viene richiesto un gesto del genere, di cui forse non saremmo capaci a meno di non esservi costretti, c'è sempre la possibilità, attingendo alle Scritture, di adottare un'altra soluzione di pari valore, poiché il Signore guarda al cuore. E' ciò che leggiamo nel profeta Gioele (Gl 2,13) : “Laceratevi il cuore e non le vesti”. Scrutiamo il nostro cuore con onestà e sincerità per dare uno slancio nuovo alle nostre giornate.
Un flash da conservare.
E' possibile trovare ogni giorno un richiamo alla nostra fragilità?
Può essere una delusione, un errore commesso, un'offesa fatta o ricevuta, una parola sbagliata, una malattia. Ogni volta proprio questa esperienza di debolezza può diventare occasione per rivolgerci al Signore fiduciosi nella sua parola: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”(Mt 11, 28-30).
Paola Radif