Caterina da Siena:LE LETTERE
Sabato 20 aprile 2013, nell’Oratorio di N.S. Assunta a Varazze, don Claudio Doglio ha tenuto una lezione sull’episodio del mancato martirio di santa Caterina, duranti i tumulti a Firenze nell’estate del 1378.
Per approfondire la figura di Santa Caterina segnaliamo una raccolta sistematica a cura di Angelo Belloni (2 voll.) in una nuova traduzione in italiano corrente
L’interesse attorno alle Lettere di Caterina da Siena è sempre vivo. Lo dimostra la loro continua riedizione prima manoscritta e, dal 1500 in poi, stampata nelle lingue principali. La presente edizione delle Lettere in lingua corrente risponde al desiderio di rendere la sua ricchissima spiritualità più accessibile e vicina agli uomini del nostro tempo. Il lungo e complesso lavoro del curatore si è prefissato l’obiettivo non semplice di conciliare fedeltà al messaggio e attualità della sua espressione. La freschezza del linguaggio diretto, espressione di una straordinaria e autentica esperienza interiore e l’attenzione costante al mistero dell’uomo rendono la lettura di questo libro perennemente attuale e di piacevole lettura.
Una fra tante indirizzata A FRA GUGLIELMO D’INGHILTERRA, A MATTEO RETTORE DELLA MISERICORDIA, A FRA SANTI E AGLI ALTRI FIGLI
Caterina ribadisce che l’amore per Dio non deve essere vissuto per un proprio tornaconto, e così anche l’amore verso il prossimo; altrimenti sarebbe un amore mercenario. È necessario amare sempre, anche quando la consolazione e il vantaggio vengono meno, e quando nella persona la virtù si riduce. Allora, l’amore deve divenire più grande.
«Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Carissimi figli in Cristo Gesù, io Caterina, serva e schiava dei servi di Cristo Gesù, vi scrivo nel suo sangue prezioso, con il desiderio di vedervi legati dalla carità, considerando che senza questo legame non possiamo piacere a Dio. Questo è quel dolce segno dal quale si riconoscono i servi e figli di Cristo.
Ma pensate, figli miei, che questo legame deve essere autentico, e non macchiato dall’amor proprio. Se tu ami il Creatore, lo ami e lo servi in quanto è sommo bene e degno di essere amato disinteressatamente, diversamente si tratterebbe di un amore mercenario come quello dell’avaro che ama il denaro per avarizia. E disinteressatamente devi amare anche il prossimo.
Amatevi, amatevi reciprocamente perché siete prossimo l’uno dell’altro. Ma considerate che, se il vostro amore fosse fondato sull’interesse personale o sul piacere reciproco, non durerebbe, ma verrebbe meno: la vostra anima si troverebbe poi vuota. L’amore che è fondato su Dio deve essere tale, per cui ama in modo virtuoso. Egli infatti è creatura fatta a immagine di Dio: per cui anche se nel rapporto con colui che amo viene meno il piacere, o l’utilità, se il mio amore è fondato in Dio non si esaurisce, perché amo in modo virtuoso e per l’onore di Dio, non per il mio. Se il tuo amore è fondato in Dio, anche se in colui che ami venisse a mancare la virtù, non lo ameresti di meno: se nel prossimo è venuto meno l’amore per le virtù, in te l’amore non deve venir meno, in quanto egli è creatura di Dio e membro del corpo mistico della santa Chiesa. In voi deve invece crescere un amore di grande e vera compassione con un desiderio che lo partorisce di nuovo per mezzo delle lacrime, dei sospiri e di continue orazioni al cospetto dolce di Dio.
Questa è la carità che Cristo lasciò ai suoi discepoli come testamento, che non viene mai meno né diminuisce mai; non è impaziente quando è offesa; non mormora, né prova disprezzo per gli altri, perché non ama per sé, ma per Dio. Non giudica, né vuole giudicare la volontà degli uomini, ma discerne la volontà del suo Creatore, che non cerca né vuole altro che la nostra santificazione. E gode di ciò che Dio permette in ogni modo, perché non cerca altro che l’onore del suo Creatore e la salvezza del prossimo.
Veramente si può dire che costoro siano legati con il legame della carità, lo stesso legame che tenne appeso e inchiodato Dio e Uomo sul legno della santissima croce.
Ma pensate, figli miei, che mai giungereste a questa perfetta unione, se non vi poneste per oggetto Cristo crocifisso, seguendo il suo esempio: in lui troverete questo amore, che vi ha amati per grazia, e non per debito. E poiché egli ci ama per grazia, non mutò atteggiamento a causa dell’ingratitudine, dell’ignoranza, della superbia e della vanità degli uomini; perseverò invece fino alla disonorevole morte di croce, liberandoci dalla morte e dandoci la vita. Fate così anche voi, figli miei: imparate, imparate da lui.
Amatevi, amatevi reciprocamente d’amore puro e santo in Cristo dolce Gesù. Altro non dico, perciò spero, quando piacerà alla divina bontà, di rivedervi tutti presto.
Rimanete nella santa carità di Dio. Gesù dolce Gesù».
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IL CURATORE : Angelo Belloni è nato a Modena nel 1950 ed è presbitero della stessa Diocesi. Dottore in teologia è specializzato in studi di spiritualità cateriniana e teresiana, ha curato la pubblicazione in lingua italiana di fonti cateriniane anche inedite, presso le editrici Paoline, Nerbini e Città Nuova. Tra queste il Processo castellano e il Supplemento alla vita di S. Caterina, Le preghiere di S. Caterina, I Fioretti di S. Caterina da Siena, La vita di S. Caterina da Siena.
La collana MINIMA raccoglie in edizione tascabile ed economica, per un pubblico vasto, opere di sicuro riferimento nella storia della cultura, con un’attenzione ai grandi autori di tutti i tempi.