Brunetto Salvarani "Il Vangelo e la guerriglia"
con Mauro Castagnaro e Tonio Dell'Olio.
Cinquant’anni fa, quando morì ancor giovane ucciso nella sua prima esperienza di combattimento il 15 febbraio del 1966, appena quattro mesi dopo il suo ingresso nella guerriglia dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN), il nome del prete colombiano Camilo Torres Restrepo aveva di gran lunga oltrepassato i confini del suo martoriato Paese, essendo ormai l’icona dei cristiani impegnati nel cammino della rivoluzione. Ora l’ELN, che aveva contribuito a fondare dopo una fulminea carriera accademica come sociologo, avanza due richieste. La prima rivolta alla chiesa cattolica, che non approvò la scelta delle armi che lo portò ad arruolarsi nella guerriglia, perché almeno simbolicamente gli restituisca lo status di presbitero; la seconda al governo della Colombia, perché i resti mortali vengano consegnati e gli sia resa cristiana sepoltura. Ma chi è stato realmente Camilo Torres? Può essere considerato un precursore della Teologia della liberazione, che di lì a pochi anni avrebbe fornito un contributo fondamentale alla costruzione di una nuova America Latina, e di una nuova Chiesa vicina alle istanze dei poveri e degli oppressi? E il suo messaggio è utilizzabile, e in che direzione, mentre la sua Colombia – a larghissima maggioranza cattolica - soffre ancora per una sanguinosa guerra civile che sembra non conoscere tregua? Ce lo chiederemo con l’aiuto di Mauro Castagnaro, collaboratore di diverse riviste sui temi latinoamericani e vicecoordinatore del movimento "Noi Siamo Chiesa", e di Tonio Dell’Olio, direttore della Cittadella di Assisi e a lungo responsabile del settore internazionale di "Libera".