Clicca

Roberto Mancini Orientarsi nella vita Ed. Qiqajon

stampa la pagina
Roberto Mancini
ISBN 978-88-8227-951-6
2015, pp. 38
Edizioni Qiqajon

Per saperne di più

La vita è un cammino. Ma verso dove? Come si fa a orientarsi? Nella riflessione che presento in queste pagine non pretenderò di dare indicazioni spicciole sulle scelte relative alla vita affettiva, alle amicizie, al percorso di studio e al lavoro. Vorrei piuttosto risalire a ciò che prepara tali scelte, chiarendo quali siano i criteri che possono ispirarle.

Il primo compito, per chiunque, è quello di andare verso se stessi imparando nel contempo ad andare verso la vita, anziché voltarle le spalle per eccesso di paura e di autodifesa. Andare verso sé significa scoprire il nostro vero volto, trovare la forma di esistenza adeguata a noi, esprimere la bellezza del nostro essere persone uniche, creative, capaci di amore generoso. Superando la risonanza pubblicitaria e retorica del termine, è giusto riconoscere che la “felicità” rimane comunque il riferimento irrinunciabile per riassumere il senso adeguato al viaggio dell'esistenza. Non parlo di una felicità immaginaria o ingiusta, fatta di fortuna, privilegi e illusioni di onnipotenza.
Anche se fosse una cosa reale, e non lo è, essa si rivelerebbe un fallimento, perché la felicità dev'essere adeguata a noi, corrispondente al meglio di ciò che siamo. Quella davvero essenziale è la felicità possibile, nel senso preciso che attua la possibilità che ci è più propria in quanto è congruente con la nostra dignità.
La felicità è anche un traguardo, ma anzitutto è un modo di essere. Una persona capace di stima di sé, di fiducia verso la vita e verso gli altri, pronta a condividere anziché a trattenere tutto, disposta a cooperare e a soccorrere anziché a competere, è una persona realmente capace di felicità. Senza questa capacità, non c'è evento benigno o fortunato che possa illuminarci l'esistenza. 
Essere felici è questione non di fortuna, ma di umanità: si tratta di diventare noi stessi seguendo il criterio di obbedire solo alla felicità, non al potere, al denaro, all'immagine, né alla paura che è al fondo di queste idolatrie. Strana obbedienza. . un invito all'egoismo o al piacere fine a se stesso? No, perché la felicità è fatta di bene condiviso, di comunione, di amore generoso, di scelte sensate, di rispetto e dedizione verso gli altri.
La felicità è comunione nel bene, perciò è fatta di incontri e di generosità, di accoglienza e di solidarietà.

stampa la pagina



Gli ultimi 20 articoli