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Enzo Bianchi dialoga con G. Caramore "Vigilia"

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Questioni


Vigilia
con Enzo Bianchi

Uomini e Profeti
21 Dicembre 2014

Oggi è la quarta domenica di avvento, secondo il calendario liturgico – ci si avvicina a quella che per tradizione viene celebrata e ricordata come la “vigilia” di Natale. Ma dentro la parola “vigilia” vi sono tanti significati: vi è il “prima” di qualcosa, vi è il senso dell’attesa, e nell’attesa vi è l’essere desti, tesi, pronti, vi è la “veglia”, e la necessità di essere tesi, vigili, nella nostra vita. Ne parliamo con Enzo Bianchi, priore del monastero di Bose, anche perché la vigilanza, la veglia, l’attesa hanno da sempre fatto parte della pratica monastica. Ma ci chiediamo: come è stata vissuta la “vigilia”  nella vita religiosa? Come la possiamo declinare in questo tempo? che cosa possiamo attendere, se siamo consapevoli di vivere in un’epoca in gran parte cinica, spietata? Dove trovare la forza per un vigilare amorevole e fiducioso? La dimensione religiosa sembra non bastare. Dove attingere allora?



Suggerimenti di  lettura
Enzo Bianchi, Nella libertà e per amore, Edizioni Qiqaion 2014
Angelo Casati, Il sorriso di Dio, Il saggiatore 2014
Parole
Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino
                                                          Filippesi 4,4.5
Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa
                                                          Isaia 35,1


Eppure, si attendeva il Natale con ansia. Iniziata la novena di preparazione, noi bambini andavamo nei boschi, a raccogliere il muschio, cercavamo carta da pacco che spruzzavamo con vari colori, e poi l’accartocciavamo, perché assumesse la forma di grotte, rocce, speroni di montagna ...

                                                                  Enzo Bianchi


Dall’immagine tesa 
 vigilo l’istante - 
 con imminenza di attesa e non aspetto nessuno:

nell’ombra accesa 
 spio il campanello 
 che impercettibile spande 
 un polline di suono – 
e non aspetto nessuno:

 fra quattro mura 
 stupefatte di spazio 
 più che un deserto 
 non aspetto nessuno. 
 Ma deve venire,

 verrà, se resisto 
 a sbocciare non visto, 
 verrà d’improvviso, 
 quando meno l’avverto. 
 Verrà quasi perdono

 di quanto fa morire, 
 verrà a farmi certo 
 del suo e mio tesoro, 
 verrà come ristoro 
 delle mie e sue pene,

 verrà, forse già viene 
 il suo bisbiglio.
                                  Clemente Rebora 



Film
Joyeux Noël Una verità dimenticata dalla storia, di Christian Carion, 2005

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