Leggere la Bibbia (Sabino Chialà)
Con oggi raggiungiamo una tappa importante nella nostra lettura del testo biblico. Chiudiamo il capitolo dei libri profetici – profeti anteriori e profeti posteriori –, seconda parte della Bibbia ebraica. Nell’ambito dei cosiddetti “profeti scrittori” abbiamo operato una suddivisione tra quelli pre-esilici, esilici, post-esilici. Ma il senso della nostra lettura è stato anche quello di verificare l’urgenza di uno “spirito di profezia” nel nostro tempo. Nella puntata di oggi, con Sabino Chialà, monaco di Bose, affronteremo gli ultimi due: Gioele e Malachia. Gioele, il profeta che auspica uno spirito di profezia diffuso in tutto il popolo. E Malachia, che sembra prefigurare l’avvento di un messia che salverà il mondo.
Ascolto musicale Elijaha Hanavi - Canto tradizionale ebraico - etichetta Rounder
Suggerimenti di lettura
Gianfranco Ravasi, I Profeti, ed. Ancora 2007
Alfred Tyrel, Le profezie di Malachia. Le previsioni di un profeta che non ha mai sbagliato, MEB ed. 1995
Alfred Tyrel, Le profezie di Malachia. Le previsioni di un profeta che non ha mai sbagliato, MEB ed. 1995
Parole È perché i monoteisti hanno fatto intendere al mondo la parola del Dio Uno che l'universalismo greco può operare nell'umanità e condurla lentamente all'unione. Questa umanità omogenea che si costruisce a poco a poco sotto i nostri occhi, nel timore e nell'angoscia, ma che con la collaborazione economica è già solidale, siamo noi monoteisti che l'abbiamo suscitata! Non è il gioco delle forze economiche che, unendo in tutto il pianeta razze e stati, ha creato la solidarietà di fatto, ma è l'inverso: il potere monoteista di rendere l'altro uomo sopportabile all'uomo e di condurre l'altro a rispondere ha reso possibile tutta questa economia di solidarietà.
Noi ebrei, musulmani e cristiani - noi altri monoteisti - siamo qui per rompere l'incantesimo, per pronunciare parole che si sottraggono al contesto che le deforma, per dire parole che cominciano con chi le dice, per ritrovare la parola che spezza, la parola che scioglie: la parola profetica.
Emmanuel Lévinas
Noi ebrei, musulmani e cristiani - noi altri monoteisti - siamo qui per rompere l'incantesimo, per pronunciare parole che si sottraggono al contesto che le deforma, per dire parole che cominciano con chi le dice, per ritrovare la parola che spezza, la parola che scioglie: la parola profetica.
Emmanuel Lévinas
Fonte: radio3.rai