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La parola della domenica 6 Novembre 2011 (Casati)

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Sap 6, 12-16 (Vg 6,13-17) Sal 62
1Ts 4, 13-18
Mt 25, 1-13

La parabola ha immagini di struggente poesia. Il buio della notte, il grido nel cuore della notte: "Ecco lo sposo!", e una scia di luci, le fiaccole accese, volti di donne accesi dal bagliore delle fiaccole, il volto del Signore che prende luce, fuoco dal bagliore delle luci, nella notte. La poesia della parabola. Ma anche una sua durezza, una durezza che inquieta. Una durezza che in qualche misura ci urta, la durezza delle ragazze sagge: "non avete olio? andate a comprarlo". Non era questo l'atteggiamento contro cui Gesù aveva lottato il giorno in cui davanti a una folla affamata i suoi discepoli lo invitavano a congedarla? Dicevano: "congedali e vadano a comprarsi il pane in città". Una certa durezza che fa disagio e ci urta, è anche nello sposo, che all'invocazione: "Aprici!", risponde tenendo chiusa, sprangata, sbarrata nella notte, la porta. Non aveva forse detto Gesù: "Bussate e vi sarà aperto"? Il vangelo va letto con il vangelo e di certo qui non si vuole consacrare una sorta di indifferenza nei confronti degli altri, né si vuole alludere a una immagine dura, quasi spietata, di Dio. Si vuole invece insistere sul "caso serio" della vita, sull'urgenza di una sapienza e di una vigilanza, per non perdere le occasioni favorevoli della vita, per non perdere l'ultima -ultima nel senso della più importante- occasione della vita, che è l'incontro con il Signore, che tarda, ma verrà: "ciò che tarda, avverrà". C'è qualcosa da scoprire nel simbolo delle cosiddette lampade e dell'olio per accenderle.
Ricordo che nel maggio del 1999 il Card. C.M. Martini in una sua lectio su questo testo di Matteo, diceva: "Fino a pochi giorni fa leggevo la parabola immaginando le dieci giovani con in mano delle lucerne a olio, sulla strada ad aspettare finché l'olio è quasi consumato. In realtà mi sono accorto che il testo greco non parla di lucerne ad olio, bensì di fiaccole: di quei bastoni di legno -che si usano nelle processioni- con uno stoppino imbevuto di materiale combustibile, da fare ardere all'ultimo momento. Il problema, quindi, non è di avere dell'olio di riserva, bensì di versarlo, quando è l'ora di accendere la fiaccola". "Non si tratta" -diceva l'Arcivescovo riferendosi alle giovani stolte- "di una imprevidenza causata dal ritardo dello sposo, ma di una incomprensione totale di come va accesa una fiaccola: è una stoltezza quasi iperbolica e mostra che hanno perso completamente il senso del loro servizio" (C. M. Martini, La pratica del testo biblico, pag. 253). Nella vita, sembra dire la parabola, può accadere di addormentarsi, a motivo del ritardo del Signore. Succede a tutti. A volte il sonno è dovuto alla pesantezza della vita: momenti di assopimento. Il vangelo dice che stolte e sagge tutte le ragazze si assopirono. Un conto è l'assopimento, un conto è la spensieratezza, la leggerezza, la superficialità. È questo atteggiamento leggero che la parabola condanna, da questa "stoltezza" ci mette in guardia. Dobbiamo anche aggiungere, a scanso di equivoci e fraintendimenti, che la vigilanza richiesta dalla parabola non è la vigilanza dell'ultima ora. È la saggezza quotidiana, è la vigilanza di tutte le ore che ci farà trovare vigilanti alla venuta di Cristo, di cui non conosciamo né il giorno né l'ora. Il Signore alle ragazze stolte, che bussano alla porta del banchetto, risponde: "Non vi conosco". Non era stata l'infedeltà di un momento, ma di una vita, tant'è che non le conosceva. E dunque la relazione con il Signore, la fedeltà a lui, la vigilanza sulla vita come luogo del suo incessante venire, è tesoro da custodire ogni giorno. La sapienza -ci è stato detto- è il primo dono da invocare quando ci alziamo ogni mattino: "chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta". Con la sua luce vedrai cose che altri non vedono, con la sua luce ti sarà dato intravedere il mistero che abita le persone e le cose, con la sua luce indagherai le vicende del cielo e della terra e vi leggerai i segni dei tempi, con la sua luce illuminerai il volto del tuo Signore, nel giorno del suo ritorno.

Fonte: sullasoglia
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