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Caro padre, la misura è colma (Enzo Bianchi)

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in “La Stampa” - Tuttolibri – del 18 giugno 2011

Normalmente gli instant books - scritti o, meglio, raccolti nella scia immediata di un evento inatteso: una guerra, un disastro naturale, l'apparire di un inatteso protagonista... - nonostante la loro tempestività, arrivano dopo l'evento, cercando di spiegarne l'apparire, di ricostruirne la preistoria, dimostrarne le radici nascoste. È invece estremamente insolito che un libro descriva tutte queste cose prima che l'evento accada e che lo faccia senza nessuna velleità «profetica», propria di chi pensa di indovinare o addirittura suscitare un futuro diverso dal presente che è sotto gli occhi di tutti, ma con il semplice discernimento che previene il «senno di poi».
Un esempio di questa merce rara è l'ultimo volume di don Antonio Sciortino, direttore del settimanale cattolico Famiglia Cristiana, pubblicato da Laterza, Il limite. Etica e politica nelle lettere di Famiglia Cristiana: un libro, scritto e pensato prima della recente tornata elettorale amministrativa e dei referendum abrogativi; un libro che per di più raccoglie e riordina lettere al direttore scritte nell'arco degli ultimi cinque-sei anni. Un libro «datato», quindi, che tuttavia, ci consente di cogliere come non così inatteso quel cambiamento di vento che ha percorso l'Italia in queste ultime settimane. E non a caso, il capitolo conclusivo dell'opera - che riporta e commenta lettere inviate all'inizio di quest' anno - si intitola «La misura è colma». Don Sciortino lo congeda il 19 marzo 2011, senza pretese, sperando solo di «offrire spunti di riflessione, confronto e dialogo», di porsi come «sentinella che veglia nella notte, per annunciare le prime luci dell'alba».
È noto che le lettere a un giornale o a una rivista hanno una duplice valenza: sono sì la voce dei lettori, ma la risonanza che le è data dipende dal direttore che sceglie quali pubblicare e cosa rispondere. E questo, in un equilibrio che nonostante tutto il direttore non sempre può maneggiare a proprio piacimento: quando il consenso generale dei lettori si sposta in una certa direzione, anche la consueta opera di filtraggio e dosaggio dei messaggi e delle risposte non può sconfessarla. Come dimenticare che la vergognosa gogna cui fu sottoposto il direttore di Avvenire fu orchestrata in seguito non a uno o più editoriali sgraditi, ma a un paio di risposte a una serie di lettere pubblicate?
Le lettere a Famiglia Cristiana , poi, hanno una lunga tradizione in questo senso e non da oggi costituiscono uno dei punti di forza ma anche di vulnerabilità del settimanale dei paolini. Questo perché, credo, i lettori sono sì in massima parte cattolici, ma al contempo non necessariamente appartenenti a gruppi o movimenti ecclesiali: sono cristiani di tutti i giorni che scrivono al direttore, per uno sfogo o un consiglio. Sono padri e madri di famiglia, giovani coppie, lavoratori e pensionati, gente di campagna e di città, della provincia o delle metropoli, casalinghe, studenti, catechisti che giorno dopo giorno cercano di coniugare la propria fede con il vissuto, la propria appartenenza alla chiesa con l'inserimento nel mondo e nella società, con le sfide non facili che la vita richiede e per le quali nessuno ha ricette infallibili.

Il libro di don Sciortino è fedele a questo spaccato che settimana dopo settimana si è potuto ritrovare nelle edicole in questi anni non facili per la chiesa e per la società italiana. Ritroviamo qui, ben introdotte e organizzate, lettere e risposte che a suo tempo hanno destato vivaci reazioni, dentro e fuori la chiesa, opinioni che hanno scatenato pesanti accuse contro il direttore, punti di vista che hanno incoraggiato alcuni e scandalizzato altri, ma che hanno comunque offerto uno spaccato fedele non solo del cattolicesimo italiano ma anche della più vasta società civile. Gli argomenti, infatti, abbracciano davvero tanti aspetti decisivi della polis nella quale ci troviamo tutti insieme a vivere e, per i cristiani, anche a testimoniare il Vangelo: l'economia e la dignità delle persone; l'Italia e gli immigrati; la Chiesa, la politica e il bene comune; un paese violento e in crisi di valori; le donne tra immagine e realtà...
Se questa semplice raccolta è tanto efficace nel tratteggiare la società italiana e nel far balenare un cambiamento di clima così forte come quello sperimentato in questi giorni, credo lo si debba - oltre alla grande sapienza dei semplici lettori e al loro sensus fidei - alla capacità di ascolto di don Sciortino e della sua redazione. Solo chi sa davvero ascoltare le ansie, le speranze e le ferite dei propri simili, solo chi piega l'orecchio sulle sofferenze, i dubbi, l'indignazione dei «piccoli» sa discernere anche un bandolo della matassa, sa riconoscere e assecondare la sete di Vangelo, sa significare, «fare segno» verso un domani migliore, più umano e più cristiano. Un domani che inizia già oggi.


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