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COMMENTO PATRISTICO su Pentecoste (da Undicesima Ora)

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S. Leone Magno

Dal Discorso 57, passim

Questo è il decimo giorno da quando il Signore ascese oltre le altezze dei cieli per sedersi alla destra di Dio Padre, e il cinquantesimo giorno dopo la sua resurrezione. Questo giorno ci illuminò in Colui da cui prese l’inizio, per i grandi misteri in sé racchiusi riguardanti i sacramenti antichi e quelli nuovi. Per mezzo di tali misteri viene dichiarato con manifesta evidenza che la grazia fu preannunciata dalla legge e che la legge fu perfezionata dalla grazia.
Come una volta al popolo Ebreo, liberato dagli Egiziani, cinquanta giorni dopo l’immolazione dell’agnello, fu data la legge sul monte Sinai, così dopo la passione di Cristo, in cui fu ucciso il vero agnello di Dio, precisamente cinquanta giorni dopo la risurrezione di lui, lo Spirito Santo discese sopra gli Apostoli e il gruppo dei credenti. Il diligente cristiano deve da ciò riconoscere che l’inizio dell’Antica Alleanza somministrò gli esordi al Vangelo e che il secondo Patto fu inaugurato dallo stesso Spirito che istituì il primo. Difatti, così attestano gli Atti degli Apostoli: per la Pentecoste, a giorno inoltrato, essi erano tutti insieme nello stesso luogo, quando all’improvviso si sentì dal cielo un rombo fortissimo, come una raffica di vento, che riempì tutta la casa in cui si trovavano. Nello stesso tempo videro delle lingue, che parevano di fuoco, dividersi e posarsi su ciascuno di loro. Tutti furono ripieni di Spirito Santo e presero a parlare in diverso linguaggio secondo che lo Spirito li ispirava a esprimersi. Oh! come è veloce il discorso di sapienza e come presto si impara quel che si insegna, ove Dio è maestro! Non bisognò applicare, per ben ascoltare, le regole di interpretazione; non fu necessario acquistare l’abitudine per il pratico esercizio; non si impiegò tempo nello studio. Ma per quello Spirito di Verità che spira dove vuole, le lingue, proprie a ciascuna nazione, divennero sul labbro della Chiesa a tutti comuni.
Da questo giorno risuonò la tromba della predicazione evangelica; da questo giorno la pioggia dei carismi e i fiumi delle benedizioni irrigarono ogni deserto e ogni luogo arido. Per rinnovare la faccia della terra lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque (Gen 1, 2) e per scacciare le vetuste tenebre risplendettero i fulgori di una nuova luce con il chiarore di lingue sfavillanti, affinché la parola del Signore fosse concepita rilucente e fiammante il discorso, dotato di efficacia per illuminare e di forza per ardere, con lo scopo di infondere l’intelligenza e di consumare il peccato. Dilettissimi, la maniera stessa in cui si svolse l’avvenimento fu molto mirabile: senza dubbio fu presente la maestà dello Spirito Santo in quel coro di umane voci esultanti. ... Dallo Spirito Santo proviene che si invochi il Padre, da lui sono stimolate le lacrime dei penitenti, da lui sono mosse le grida dell’uomo che supplica, perché nessuno può dire: Gesù è Signore! se non per ispirazione dello Spirito Santo (1 Cor 12, 3).
L’Apostolo ne predica l’uguaglianza nell’onnipotenza e l’unità nella divinità col Padre e il Figlio in forma chiarissima, quando dice: Vi sono bensì vari carismi, ma un medesimo Spirito; e vi sono vari ministeri, ma un medesimo Signore e varie operazioni, ma è il medesimo Dio che opera ogni cosa in tutti (Ib. 4-6). Con queste e altre testimonianze, di cui senza numero, dilettissimi, si adorna l’autorità della divina parola, esortiamoci alla unanime venerazione della Pentecoste. Esultiamo in onore dello Spirito Santo da cui tutta la Chiesa Cattolica viene santificata e ogni anima razionale viene istruita. Egli è l’ispiratore della fede, il dottore della sapienza, il fonte dell’amore, il sigillo della castità e la causa di ogni virtù. Si rallegrino i cuori credenti perché l’unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, in tutto il mondo è glorificato con la testimonianza di tutte le lingue e inoltre, perché quel segno che apparve in forma di fuoco, persevera nelle opere e nel dono. Lo Spirito di verità fa risplendere del candore della sua luce la casa della sua gloria, e nel suo tempio non ammette che vi sia nulla di tenebroso e di tiepido.

Dal Sussidio biblico-patristico per la liturgia domenicale, a cura di don Santino Corsi, ed. Guaraldi
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