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MAI SENZA L’ALTRO L’imperativo etico della fratellanza

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Facoltà Teologica dell'Italia settentrionale - Milano

Convegno di studio

MAI SENZA L’ALTRO L’imperativo etico della fratellanza

martedì 16 febbraio 2021

 

PROGRAMMA

9.30-9.45 Saluto e Introduzione
Massimo EPIS
Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
Schema Relazione

9.45-10.45 La fraternità, matrice della solidarietà e della democrazia costituzionali?
Filippo PIZZOLATO
Professore Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi di Padova
Schema Relazione

11.00-12.00 Après tout, qui sont les frères?
Jean-Luc NANCY
Professore emerito di Filosofia presso l’Università Marc Bloch di Strasburgo
Schema Relazione

14.30-15.30 Tradurre la fratellanza. La responsabilità del cristianesimo
in un contesto pluralistico
Kurt APPEL
Professore Ordinario di Teologia Fondamentale presso l’Università di Vienna
e Direttore della piattaforma di ricerca interdisciplinare
“Religion and Transformation in Contemporany European Society”
Schema Relazione

16.00-17.00 Gli uni gli altri. Radici cristologiche e implicazioni ecclesiologiche
dell’essere-fratelli
Duilio ALBARELLO
Docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
Schema Relazione

17.00-17.15 Conclusioni generali
Massimo EPIS


Il fenomeno della pandemia ha contribuito tragicamente ad evidenziare anche alla coscienza comune che l’interdipendenza è un dato reale. Non è retorico parlare di destini comuni e di una responsabilità che impongono di superare la miopia dei particolarismi. Di fondo, però, non è soltanto e primariamente una questione di reciproca convenienza, ma di verità e di giustizia.

La categoria antropologica capace di intercettare la radice di questo compito è la fratellanza. Benché iscritta nel manifesto del movimento politico-culturale emblematico della Modernità occidentale, è diagnosi condivisa che, rispetto alla libertà e all’uguaglianza, la fraternità abbia patito un sostanziale oblio. Si dovrebbe precisare: a danno di una libertà ripiegata nell’individualismo e di un egualitarismo che ha seminato il terrore.

A quali condizioni si può considerare la fraternità un diritto? La prospettiva giuridico-costituzionale (Filippo PIZZOLATO) fornisce un quadro storico e problematico della convivenza all’insegna della prossimità e del patto sociale nell’orizzonte del bene comune.

L’interrogativo sulle radici della fraternità sollecita una riflessione sulle categorie di identità e di alterità non definibili per contrapposizione (Jean-Luc NANCY), ma nel reciproco legame che rinvia ad un vincolo originario. Al riscatto dalla conflittualità e dalla discriminazione non è adeguata una concezione utilitaristica e convenzionale dei rapporti, perché ciò che conferisce unicità ad ogni persona è lo stesso che fonda la necessità del riconoscimento di altri.

Proprio perché la questione eminentemente politica ha una matrice religiosa, le tradizioni religiose sono direttamente interpellate in ordine al loro contributo all’edificazione di una fratellanza che, se non è universale, non è degna del suo progetto. Sullo sfondo di una secolarizzazione che ha consolidato la privatizzazione e la deistituzionalizzazione del fenomeno religioso, si assiste ad un graduale mutamento di paradigma (Kurt APPEL): dall’ostracismo nei confronti delle tradizioni religiose – considerate interpreti di un’egemonia incompatibile con l’ideale democratico –, alla loro convocazione come risorse di senso per l’edificazione di una communitas che non livelli le differenze, ma le integri nell’obiettivo della cura della vita umana nel rispetto del cosmo.

Nell’amore per i fratelli – fino al dono della vita (cfr. 1Gv 3,16) – la fede cristiana ravvisa il distintivo cristologico della sua scaturigine e la vocazione fondamentale della propria testimonianza (Duilio ALBARELLO). Quali sono le forme di una presenza pubblica che nella fedeltà al Vangelo onorano la responsabilità politica della causa comune?

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