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Paolo Crepet «Bimba dimenticata in auto, muore. Questo papà soffrirà per sempre»

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La Stampa 19 Luglio 2024

Ogni situazione è diversa dall’altra. Come sempre, per fare una valutazione bisognerebbe conoscere la persona, la situazione familiare. Nulla, però, rende meno drammatiche le conseguenze di una dimenticanza come questa. Nulla giustifica quello che è successo già molte volte a tanti genitori. Ma è necessario capire. Possiamo supporre che il papà fosse sottoposto a un periodo di forte stress e anche il caldo, che ci rende più nervosi, esasperati - può aver inciso. Ma provare a immaginare o disegnare il “profilo del genitore tipo” che dimentica il figlio in macchina è una sciocchezza: non esistono delle tipologie, inutile cercarle. Sarebbe un errore, oltre che una sciocchezza.

Siccome non è la prima volta che succedono cose del genere osservo che le nostre capacità di memoria sono diminuite: abbiamo una capacità di attenzione - che è un’abilità cognitiva - fortemente calata perché ci scordiamo le cose. Di certo, e questo è un fatto, la nostra memoria è progressivamente sempre meno allenata a ricordare: deleghiamo quasi tutto allo smarphone che ci ricorda di comprare la frutta, di telefonare alla nonna e di prendere una medicina. Impossibile mantenere la memoria attiva. In più, siamo bombardati continuamente da diecimila stimoli che ci arrivano dagli smartphone: non solo rispetto alle cose che noi chiediamo di ricordarci ma anche da altre cose. Le notifiche, i social… tutto insieme. Dunque siamo meno capaci di assolvere ai compiti della vita di tutti i giorni. Chiaramente, con questo non voglio assolutamente dire che la colpa è della tecnologia ma è un’evidenza che la nostra memoria diventi sempre più fragile e meno allenata. 

Gli strumenti per prevenire queste disgrazie ci sarebbero - i dispositivi anti-abbandono che furono inventati per i cani, che spesso fanno la stessa fine dei bambini, chiusi in macchina con i finestrini chiusi - ma nessuno li usa. 

Oltre a stress, caldo e memoria fragile, in alcuni casi anche la condizione di coppia separata può incidere in situazioni simili: in diversi casi la separazione tra due genitori è un fattore di deresponsabilizzazione per quello che dei figli si occupa meno o con meno frequenza. Non è il caso di questa famiglia, probabilmente - non lo sappiamo - ma in astratto la separazione complica la vita familiare: ognuno pensa che ci sia qualcun altro a fare qualcosa. E questo va dalle sciocchezze alle cose serie come la gestione dei figli. 

Quanto al dopo di questi eventi traumatici, decifrare il caso di specie sarà compito degli psicologi individuati dal tribunale. Certo è che l’autorità penitenziaria dovrà tenere d’occhio molto bene questo papà che vivrà per tutta la vita con il senso di colpa. Il rischio di suicidio è molto alto. Rischio concreto anche per la madre, soprattutto se è sola e non ha altri figli. 

Infine, se questi genitori erano una coppia, da ieri lo sono molto meno: di fronte a una tragedia familiare la coppia va in crisi, anche senza una responsabilità diretta. Lo dice la statistica. Può anche non succedere, ma i numeri dicono altro. Penso alla mamma, che vivrà attimi di solitudine e disperazione. Spero abbia qualcuno che la conforti e che sia per lei un punto di riferimento per ripartire. 

(testo raccolto da Francesca Del Vecchio)


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